L'esistenza dell'uomo, sin dalla preistoria, ha avuto come punto di riferimento la differenziazione dei ruoli e dello stato dell'individuo; gli stati dell'individuo funzionali al sistema sociale hanno sempre subito radicali trasformazioni coerentemente alle trasformazione dei bisogni dell'individuo e della società e alla nascita di nuove condizioni legate alle nuove strutture sorte nelle varie fasi del progresso storico. Ciò che non è mai cambiato, anche se ha segnato forti trasformazioni col passare dei tempi, è la differenziazione dei ruoli: all'interno di un corpo sociale esiste un individuo che occupa un ruolo e lo svolge relazionandosi con gli altri identificandosi nel ruolo stesso.

Scelta del ruolo e compito sociale

Lo stato dell'individuo è stato sempre soggetto alle leggi dello sviluppo sociale (patrizio- plebeo, servo- padrone, lavoratore- imprenditore); il ruolo, invece, è scelta di passare da uno stato ad un altro (il lavoratore decide di investire il proprio guadagno per diventare imprenditore), ma anche condizione indipendente dalla volontà del singolo, come l'essere maschio o femmina e all'interno di tale stato ogni singolo vive il proprio ruolo differenziando i compiti sociali.

Differenziazione e omologazione

È questo il punto che viene messo in discussione negli ultimi tempi: dalla differenziazione di ruoli in cui ogni individuo produce e consuma all'interno di una complessa dinamica dei rapporti sociali in cui maschio e femmina formano un nucleo di legami che chiamiamo famiglia, alla omologazione delle differenze sessuali per cui non esistendo il maschio e la femmina, non esiste più la famiglia come sistema di legami affettivi e solidali che unisce i singoli orientandoli verso ulteriori scelte comportamentali.

Nei decenni passati, si sono scontrati sistemi ideologici che, pur nel sostenere visioni sociali totalmente conflagranti tra di loro, si presentavano, comunque, come espressione di un ampio sistema di valori: Comunismo, laicismo, cattolicesimo; tutti, partendo da contenuti diversi, sostenevano il sistema famiglia come fondamento della società dove il singolo è parte integrante di un insieme di rapporti educanti

Gender e ideologia

Oggi il comunismo è stato superato, tranne piccole resistenze minoritarie nella società che faticano a farsi largo; il laicismo ha trovato sponda nel liberismo economico e asfissiante; l'unica potenza valoriale che è rimasta è la Chiesa cattolica che è continuamente sottoposta ad attacchi di vario genere.

Per il cattolicesimo difendere la famiglia ha come significato la difesa della dignità umana. Difesa, cioè di quell'uomo che è produttore del proprio stato, della propria condizione sociale e che, ove i bisogni lo richiedono, può essere soggetto e attore di trasformazione.

A tale visione si contrappone l'ideologia "Gender" che, non riconoscendo la differenziazione di ruoli e di stati omologa l'individuo annullando l'identità sessuale e isolandolo dai rapporti sociali: non c'è maschio-femmina, non c'è procreazione naturale, quindi non ci sono figli naturali, per cui non esistono legami sociali forti; a questo punto l'individuo è solo, non ha orientamento e non deve produrre per migliorare il proprio stato ma solo produrre per consumare.

L'ideologia "Gender", dunque, è solo la maschera dietro la quale si nasconde lo sporco interesse dello sfrenato capitalismo che vuole ridurre l'uomo a solo consumatore annullandone la dignità.

È fondamentale, allora, che i cattolici escano dalle sagrestie e tornino a fare politica con quei settori laici che si sono preservati dalla contaminazione capitalistica per riportare al centro del dibattito l'uomo e la sua dignità.