Lo sviluppo economico è stato il tema più importante del dibattito politico degli ultimi tempi. Ho scritto molte volte su questo argomento, ritenendolo di interesse generale, al di fuori della speculazione politica. Si può essere di destra o di sinistra, ma non si può godere quando l'Italia va male per il solo fatto che a governare è l'avversario politico, con tutte le critiche possibili. Ed ecco perchè io insisto e chiamo tutti quelli che possono e devono dare una mano in questo momento.
Sindacato, Confindustria, Bce
Senza dare il merito a nessuno, tutti dobbiamo spingere per aiutare, ora che i segnali di ripresa sono forti.
"In aprile 159 mila posti in più- Squinzi: segnali positivi ma senza industria non c'è ripresa" dal Sole 24 Ore del 4 giugno 2015. Venga fuori il Sindacato che ha sempre accompagnato il nostro sviluppo nel passato. Esca dalla trincea per contribuire efficacemente alla ripresa, come ha sempre fatto. Il Sindacato si batta per la partecipazione agli utili d'impresa per i lavoratori e contribuisca, veramente, a produrre il reddito stesso dell'azienda. E' sbagliato fare sempre la lotta al datore di lavoro, specialmente in periodi di crisi, nei quali molte aziende sono fallite. Quando l'azienda guadagna anche i dipendenti stanno meglio: molti sono i datori di lavoro che aumentano gli stipendi spontaneamente: Invece la strada maestra è quella di partecipare agli utili.
Anche Confindustria abbia il coraggio di rendere partecipi i dipendenti agli utili prodotti, per la parte di competenza. Risolviamo i problemi insieme ed andiamo avanti per preparare una Italia migliore per i nostri figli. Anche l'Europa sta facendo la sua parte con il Quantitative Easing e dalle colonne del giornale citato, il Presidente della Baca centrale europea Draghi, ha dichiarato che non ha intenzione di ridurlo dopo il recente recupero dell'inflazione, al contrario potrebbe aumentarlo in caso di necessità. Nella conferenza stampo di ieri, sempre il Presidente Draghi ha ammesso che nel secondo trimestre l'economia europea ha rallentato più del previsto a causa della frenata delle economie emergenti.