A chi può importare un cd di Jovanotti in un momento storico schiacciato tra uno Tsipras in fase critica, in Grecia, e un Renzi imperterrito nel suo incedere da carro armato pesante tracima tutto? Beh, intanto all'industria che, finché tiene e la rete non la azzera del tutto, ancora occupa segretarie, sound engineer, arrangiatori, direttori artistici e, ovviamente, coloro che si occupano di parole e musica: i cantautori. Va da se che, all'interno delle categorie segnalate, esistono anche quelle intermedie - ormai poche - che si occupano dell'interpretazione pura.

Superato l'aspetto meramente industriale, nel caso di Jovanotti in Italia, va valutato il fenomeno fans. Jovanotti, per qualche inspiegabile ed occulta ragione, ha, beato lui, un seguito enorme.

Lorenzo Cherubini ha iniziato a proporsi nel già lontano millennio precedente a quello coevo, grazie al lanciatore di 'giavellotti' canterini Claudio Cecchetto - ormai è storia che si rischia di trovare nei testi scolastici, speriamo di no -, come rapper(?), cantante(?), dj(?), insomma non c'è una categoria precisa; tuttavia Lorenzo ha tenuto bene in questa categoria ancora da inventare.

Ma, per tornare all'incipit del nostro argomentare e citando Ligabue, dopo il lancio del suo cd Lorenzo 2015 CC se si chiedesse "Fuori come va?", la risposta non potrebbe essere che "Bene, il lavoro vende ed è seguito".

Comunque, poiché la produzione discografica, oltre ai risultati economici sacrosanti, dovrebbe - perlomeno nel caso precipuo dei cantautori - segnalare l'aria che tira in un certo momento storico, si tenterà di fare un ritratto della situazione attuale con e attraverso la figura di Jovanotti.

Lorenzo 2015 CC è un ottimo lavoro.

Ben prodotto e fatto con turnisti di valore. Quest'ultimo impegno mostra quanta strada abbia fatto Lorenzo: da tardo paninaro a cantautore che ammira De Gregori e riesce, entro certi limiti, a ricalcarne lo spirito. Jovanotti, non si discute, ha imparato a scrivere canzoni. Specialmente la parte testuale, ha subito una maturazione pregevole.

Le melodie magari tendono un po' ad una certa facilità, ma capaci di sostenere egregiamente le parole. Il cantato non è un problema: ormai sono in pochi a usare il canto… per cantare.

All'insegna di 'a certi politici corrispondono certi cantanti (o cantori)', si citeranno ora dei binomi storici. Ad esempio, D'Annuzio con il primo Mussolini o, non poteva mancare, Apicella con Berlusconi. Ma, in questo tentativo di interpretare la politica attraverso il cantautorato, dove si potrebbe situare Jovanotti? Non è difficile: con Renzi. D'altra parte l'arrivo al sostegno renziano, rappresenta un punto d'arrivo post esperienza con Veltroni, altro ex fratello di una cultura sganciata da un obiettivo reale.

A dirla tout court, già i titoli presenti in Lorenzo 2015 CC, sono testimoni di una visione della vita tipicamente renziana: rasserenare, incoraggiare. Questi sono i verbi amati da chi governa in genere, ma in special modo da chi avendo promesso tanto, si ritrova con uno Zanichelli da sfogliare: solo parole. Ad avvalorare questa tesi che non ha presunzione di essere ultimativa ma solo verosimile, ecco alcuni titoli di questo Jovanotti 2015: Pieno di vita, Il mondo è tuo, Non hai visto ancora niente - quest'ultimo, si perdonerà la boutade, sembra che glielo abbia telefonato proprio Matteo Renzi mentre Lorenzo menava qualche accordo in do maggiore sul piano verticale accostato al muro! -.