La Legge 107/15 è già in vigoreda quasi tre mesi e ancora riecheggiano gli slogan di tutti gli insegnanti durantei cortei di protestadi questa estate. Stamane apprendiamo stupiti come gli effetti della cosiddetta riforma della scuola si ripercuotono ancora oggi, soprattutto quando si sente pronunciare la parola 'delega'. Infatti la riforma in oggetto è un contenitore ricco di deleghe, tanto da far sospettaretutto il mondo della Scuola e non solo, che dietroi motiviche hanno spintoquesto Governo alla 'corsa' spedita per la sua approvazione si celino oscure e indicibili verità.
Oggi, alla luce di alcune indiscrezioni, ci si rende conto ancor di più delle vere motivazioni di questo Governo.
La nuova riforma del personale di sostegno
Secondo alcune voci comparse oggi attraverso uno scarno articolodi Anselmo Penna dalle pagine del quotidiano online Orizzontescuola.it, apprendiamo con piacere che il Governo sta 'orchestrando' la nuova riforma che riguarderà, finalmente, gli insegnanti di sostegno. Una bella notizia potremmo dire. Ma leggendo tutto l'articolo del Penna ci rendiamo subito conto che le nostre sane aspettative perdono subito vigore e lasciano il posto allo sconcerto e all'inquietudine. Perchè? La prima cosa che ci viene in mente, sentendo parlare della categoria degli insegnanti di sostegno, è il loro duro lavoro svolto in questi anni senza la dovuta riconoscenza da parte dei Presidie dello stesso Miur.
Come risaputo, i docenti di sostegno sono impegnati quotidianamente, più degli insegnanti curricolari, nelle continue e incessanti attività di supplenza non retribuita. Ci sono stati casi di insegnanti che hanno sostituito per l'intera giornata i loro colleghi assenti tralasciando per questo motivo il proprio alunno e la propria classe.
Un fatto paradossale che nessuno ha il coraggio di denunciare (nemmeno loro stessi) solo peril timoredi eventuali 'ritorsioni'. Ma la verità è proprio questa e nascondersi dietro un dito, pur di raccontare frottole sulla 'Buona Scuola' è un atto insano e poco responsabile.Neanche i Dirigenti Scolastici riescono a constatare la verità di questa assurda situazione, troppo impegnati solo a far quadrare i bilanci delle proprie aziende.
Intanto questo folto gruppo di lavoratori 'in nero' contribuisce, appunto, a rinsaldare le casse degli Istituti e contribuisce anche a garantire la didattica in generale. Indecoroso, da parte dei capi d'istituto e delle varie sigle sindacali che li rappresentano (l'ANP in testa), non riconoscere anche attraverso un semplice comunicato stampa, questa importante figura professionale, pilastro e simbolo di sostegno anche e soprattutto per la scuola pubblica italiana negli ultimi diecianni.
Le indiscrezioni sulle più importanti novità della riforma sul sostegno - Ad un tratto si parla di riformare questo fondamentale comparto della scuola pubblica. Secondo le indiscrezioni, però, pare che si continuerà ad 'infierire' su questi poveri lavoratori, visto che le nuove proposte del Governo Renzi parlano di insegnanti a cui sarà resa più difficile la loro vita, per quanto concerne la loro carriera.
Infatti, secondo le medesimefonti, verrà presto bandito un concorso ad hoc per i cosiddetti esperti e formatori di sostegno (entro il primo dicembre di quest'anno) e la loro stessa carriera professionale seguirà un 'percorso parallelo' rispetto ai loro colleghi delle singole discipline curricolari. Altra novità, forse quella più altisonante, sarà costituita dai tempi riguardanti il passaggio in mobilità alla classe curricolare: si parla, infatti, di dieci anni, il doppio degli attuali anni per il passaggio di cattedra secondo le norme attualmente in vigore.