Non ha trovato il giusto risalto sui mediaun decreto del ministero della Salute (in data 30 novembre 2015: Gazzetta Ufficiale n. 279) nel quale vengono enunciate una serie di nuove regole e procedureper l'utilizzo terapeutico della marijuana.Da pochi giorni la cannabis, proprio come se fosse un farmaco, ha per il ministero della Salute una dignitàterapeuticae la sua diffusione sarà accompagnata da un vero e proprio “bugiardino”, ossia da una lista di prescrizioni e indicazioni per l'uso e il consumo.Il decreto individua nel ministero della Salute le funzioni di organismo statale per la coltivazione della cannabis e in un allegato propone quindi la posologia e le ulteriori istruzioni.

Si tratta di un lento processo di adattamento delle nostre leggi all'evidenza e al buon senso. Per ora si è scelto di coltivare la canapa all'Istituto farmaceutico militare di Firenze e il decreto avvia un progetto pilota: per due anni si studieranno i risultati ottenuti dalla somministrazione del “farmaco” reso disponibile. L'uso medico di cannabis opererà un trattamento sintomatico di supporto a quelli standard, come analgesico durante varie patologie (ad esempio la sclerosi multipla) e per i suoi effetti lenitivi nei casi di terapie tradizionalmente invasive.Ai pazienti verrà consegnata una confezione di plastica con i fiori di canapa e, oltre alle dosi e alle modalità di somministrazione, saranno indicati i varieffetti collaterali: alterazione dell'umore, insonnia e tachicardia, crisi paranoiche, ansia, e altre reazioni psicotiche.

Imbarazzo e manifesto sdegno

La questioneha spesso suscitato imbarazzo nelle varie correnti politiche se non manifesto sdegno.Particolarmente duroera stato a suo tempo il commento di Giorgia Meloni: “I giovani chiedono lavoro e il governo dà loro 'canne'”.Altri come lei avevano invitato il parlamento a occuparsi di cose serie.A mio avviso è proprio questo l'errore di molte figure appariscenti del nostro circuito politico: quello di non sapere individuare cosa sia effettivamente serio e la portata di tale serietà.

“Serio” è in ogni caso, in tale contesto, un aggettivo usato impropriamente.Ma nel corso degli anni è avvenuta una demonizzazione di questo tipo di sostanza che ha delle indubbie capacità curative, almeno se somministrata nelle giuste dosi.Demonizzazione che invece non è accaduta (a suo tempo) con le sigarette il cui acquisto, per paradosso, è stato favorito durante le due guerre mondiali e poi con la guerra del Vietnam (dove venivano incluse nella cosiddetta razione C dell'esercito statunitense).

Solo di recente le sigarette sono state palesemente collocate tra le sostanze nocive alla salute (anche se, altro paradosso, i primi ad averne individuato gli effetti cancerogeni erano stati i dottori tedeschi durante il periodo nazista).

Una questione di misura

A mio avviso è ovviamente sempre, molto spesso, una questione di misura.Anche il cibo del resto se ingerito in quantità eccessive può causare una sorta di assuefazione e dipendenza, e provocare effetti nocivi alla salute.Quello della commercializzazione a scopo terapeutico della marijuana è invece una sorta di inevitabile sviluppo del nostro rapporto con le sostanze psicoattive che una certa forma di proibizionismo (non in tutte le nazioni) ha invece combattuto (si pensi che il termine messicano marijuana, mari-juana, era stato adottato negli Stati Uniti perché il Messico era considerato nazione ostile).Il tutto come spesso accade in questi casi senza le necessarie informazioni e conoscenze.