Avere12 anni non è cosa facile. È a quest'età, infatti, che si inizia a comprendere il perché di molte cose, che bisogna spiegare ad un bambino che non tutti siamo uguali, che può capitare che un amichetto di scuola si diverta a prenderlo in giro, che è cosa scontata e non deve farci caso. Ma è davvero difficile fargli comprendere che quel tipo di comportamento è sintomo di piccolezza, di inutilità, poiché calarsi nei loro panni è impossibile per età, per problematiche varie, o semplicemente perché sembrano cose tra bambini.

Queste reazioni e sensazioni le viviamo ancora oggi, ma quando guardiamo il Tg, ci arrivano notizie che scombussolano la nostra quotidianità, o forse oramai neppure più quella.

Ascoltare di una bambina -perché a 12 anni si è ancora bambini - che tenta il suicidio per motivi ancora oscuri fa male, e la domanda che oggi pervade i genitori, gli amici, ma anche noi, gli adulti che un tempo furono 12enni è: "Perché?".

Perché provare a suicidarsi a soli 12 anni?

Per quale motivo una bambina di appena 12 anni decide che il suo tempo è oramai finito? Gli amici, in quest'età, sono i complici di quelle azioni che di solito sono vietate quando si sta in famiglia: una corsa al parco, una sfida in bici, segreti sulle prime cotte, cose che di certo non si raccontano ad un genitore.Infatti, per quanto possa essereamico e complice, resta pur sempre un genitore, anche se il migliore del mondo.

Eppure, in un bigliettino, la bimba che ha provato a togliersi la vita scrive ai compagni: "Adesso sarete contenti ". Cosa c'è nei pensieri di questi piccoli, di cosa si può essere contenti? Del pianto di un'amichetta che si sente sola, derisa, di quella solitudine che ti attanaglia così tanto da farti credere che in questo mondo, così grande, non ci sia posto per te?

La malattia di questo mondo non è la semplicità, la timidezza, l'essere grassi o magri, troppo belli o troppo brutti; la malattia di questo mondo è l'indifferenza che si cela dietro la parola bullismo, il credere che una determinata realtà appartenga a nessun altro che al bullo, che sia lui a decidere della serenità e della sofferenza di chi gli è intorno.

È solo un miracolo, il più dolce dei miracoli il fatto che oggi non stiamo parlando di un suicidio, ma "solo" di un tentativo, per fortuna andato male, e scusatemi se virgoletto il solo, ma credo, anzi sono certa, che a 12 anni la cosa più lontana debba essere il pensiero della morte, specie quella desiderata per accontentare un coetaneo o un gruppo di essi. Forza Piccola!