Identificare un partito, oppure la sua idea, basarsi su delle offese gratuite postate su un social network e con esso farle girare per tutto il mondo web, forse è questa la nuova moda del fare politica in Italia? Se è così, noi non ci stiamo, la politica non è un gioco di carte da fare a 4 mani. La politica è il cambiamento, perché no, anche la protesta del cittadino per farsi sentire, dare voce alle sue necessità, ovunque si giri su Facebook, ritroviamo attacchi fatti ai danni del politico di turno: al partito, chi sbaglia i congiuntivi, chi compra una barca con i rimborsi del nipote, chi addirittura si fa rimborsare un vibratore, la satira, l'ironia o anche la serietà delle notizie date, è forse questo il bene del paese?
è forse questo che il paese chiede a chi dovrà rappresentarlo per i prossimi 5 anni?
Con le elezioni del 4 marzo il Paese ha deciso, il suo voto, giusto o sbagliato, lo sapremo poi, ha dato mandato ai suoi eletti. Ora la parola a Mattarella, sarà lui l'uomo della verità, a lui sta una decisione ardua, decidere in un partito giovane con tante speranze e sogni o una coalizione, a quanto pare, però, il popolo italiano ha già scelto a chi affidarsi, non sono servite le alzate di tono di Vittorio Sgarbi, ottimo e preparatissimo critico d'arte che ha di sicuro lasciato l'amaro in bocca per le sue uscite di classe, dal comizio via wc, al suo vantarsi in un castello torinese, di sicuro quello non era fare politica.
Certo l'inesperienza al governo di Di Maio, il suo curriculum di lavori umili e non per questo meno dignitosi, non hanno scoraggiato chi ha deciso di dargli un'opportunità, una politica, la sua, certamente lontana dalla vecchia politica italiana che era disattenta e dormiente dinanzi alle necessità dei propri cittadini.
Parodia
Nei social network passa spesso l'immagine di una politica satura di comicità, da immagini a strafalcioni, la satira leggera in un paese oramai deriso anche dall'Europa, siamo il paese con politici condannati ma eleggibili, accusati ma innocenti, insomma la politica che lascia scrivere di sé, che si lascia raccontare dai comici di ogni tempo, che non regala più emozioni ma solo tanta, troppa depressione
A questo punto viene da chiedersi: ha ancora senso restare legati alle tradizioni politiche dei partiti che erano ma non sono più? O magari, perché no, rischiare di essere un paese nuovo lasciando governare un partito giovane? Ai posteri l'ardua risposta, e così sia.