Da sempre esistono gli spazi occupati autogestiti, delle strutture che dapprima vengono occupate, e poigestite da ungruppo controculturale che propone svariate attività di natura politica, sociale e di aiuto a gruppi in situazioni di difficoltà (come i rifugiati) e addirittura "lavorative" come negozi, bar, attività per il tempo libero o pernottamenti. Inoltre si ricercano grandi edifici in cui svolgere incontri di attivisti, concerti, cineforum o mostre di arte. Quello che vogliono i ragazzi veronesi dell'urlo occupato è proprio questo: ridare vita a spazi nella nostra città con attività di sgombero per ripulire gli edifici dalle conseguenze dell'abbandono e poi utilizzarli per svolgere attività utili alla comunità.

A gestire lo Spazio Occupato Urlo sono i ragazzi dell'ANOMALA, un gruppo nato per varie passioni in comune.

Proprio in questi giorni, l'11 marzo, Anomala occupa un edificio di proprietà di Enel in Basso acquar 30/a e scrive una lettera a Enel per chiedere loro un incontro per discutere della possibilità di restare nell'edificio fino alla vendita dello stesso. La proposta dei ragazzi è attuabile e loro si sono già messi in moto con idee e coinvolgimento di amici e comunità. A dimostrazione di ciò, su Facebook stanno proponendo molte attività come pranzi, cene e bar a prezzi modici (come dicono loro a prezzi popolari), aule studio pomeridiane, costruzione di rampe da skate, attività di giardinaggio, riqualificazione dei campi sportivi presenti, musica live, creazione di sculture e graffiti per abbellire lo spazio, concerti, mercatino dell'usato/baratto e infine cineforum.

Si può quindi dire che questi ragazzi sono pronti a ridare alla comunità uno spazio trasformato: dall'abbandono, al rilancio con le più varie attività. Per questo rivolgo infine un mio pensiero: è vero che non sempre questo tipo di associazioni sono ben viste, ma mi è sempre stato insegnato di non fare di tutta l'erba un fascio e di ascoltare sempre entrambe le campane; per questo mi rivolgo alla comunità e a Enel, chiedendo di dare una possibilità a questi ragazzi di farsi sentire, di far sentire i loro bisogni, le loro necessità, di far arrivare alle orecchie di tutti che l'unico modo per dare un futuro ai giovani è proprio quello di darlo in mano ai giovani.