Bufera. Questa è la parola che meglio descrive l’atmosfera dopo la pubblicazione della vignetta di Vauro Senesi, in seguito allamorte di Gianroberto Casaleggio, co-fondatore del Movimento 5 Stelle. Il vignettista è stato oggetto di copiose critiche da parte di molte persone e attraverso tutti i social.
Da una prima e sommaria analisi, il soggetto del disegno sembra identificarsi con la figura di Beppe Grillo, mentre di Casaleggio si vede solo il cognome nella scritta di corredo.
La vignetta satirica di Vauro
La satira è cosa antica, e qui non vogliamo scomodare Catullo o Petronio, né azzardare critiche o giudizi fuori luogo, ma solo rilevare che l’oggetto di questa vignetta sembra essere non tanto la morte di un uomo, quanto cosa ne rimane dopo.
Vediamo una figura abbandonata: i fili, una volta tesi, sono recisi e poggiano inerti a terra, così come gli arti, senza più linfa, né alcuno scopo vitale. Dopo la tragedia, la perdita di un amico e alleato (satiricamente marionettista) cosa resta? Da quest'immagine, la domanda che scaturisce con forza potrebbe essere questa: E adesso riuscirai a rialzarti, o resterai lì, senza reagire?
Non vogliamo scomodare neppure Carlo Collodi, ma il parallelo pare quantomeno legittimo. Il personaggio "collodiano", una marionetta che, attraverso picaresche vicissitudini, ritrova se stessa e la propria identità, è la metafora della crescita, del raggiungimento della maturità, sottesa nel grande romanzo dello scrittore toscano.
Questa metafora sembra riflettersi nell'immagine disegnata da Vauro, anche se coperta da uno spesso strato di satira e irriverenza. In quest’ottica, la vignetta si configura certamente come critica, ma anche come sprone, e vi si può leggere una domanda rivolta a Beppe Grillo: riuscirai a completarti, a bastare a te stesso ora?
A camminare da solo senza più quel sostegno?
La coltre delle critiche, che puntualmente invade i social ogniqualvolta fa capolino un evento degno di nota, è figlia della velocità moderna, del commento ad ogni costo, della frenetica voglia di mostrare il proprio pensiero. A volte, forse, bisognerebbe soffermarsi a riflettere, senza fretta e senza alcuna smania.