La Carmelina di Ferrara, di Federico Felloni, esperto in letteratura sperimentale e cinema, casa editrice di spicco (nota a livello nazionale la periodica rassegna “Autori a Corte”) ha recentemente celebrato il 50° anniversario della scomparsa (1965-2015) di Corrado Govoni: poeta ferrarese del primo novecento. Govoni fu noto esponente del crepuscolarismo e del futurismo. Il lavoro coinvolge diversi scrittori: presentato in anteprima per l'edizione natalizia 2015 sempre di "Autori a Corte", ufficialmente edito nel gennaio 2016, è a cura di Matteo Bianchi, giornalista e critico letterario.

Govoni e il futurismo

Complessivamente Govoni 50 è certamente un lavoro dignitoso, tuttavia riflette bachi anche strani a livello critico, di dislivello tra i diversi contributi. L'omaggio al poeta appare penalizzato, alla luce della critica letteraria più aggiornata sul futurismo: da A. Saccoccio a V. Conte e altri, dopo la poesia visiva stessa di cui Govoni fu precursore; persino wikipedia include chiaramente Govoni tra i futuristi. Lo stesso lavoro critico sul futurismo più recente "Marinetti 70", il famoso “I poeti del futurismo”, (a cura di Glauco Viazzi, Longanesi), la rivista "Poeticamente" e - riassumendo - la critica più aggiornata, hanno già chiarito la questione di Corrado Govoni, crepuscolare o futurista?

Prevale, criticamente il Govoni futurista: lo provano anche celebri carteggi con Palazzeschi o Marinetti e dichiarazioni di Govoni stesso (riportate da Luciano de Maria). Bianchi pur partendo con un incipit citazione di Marinetti, esplicitamente contesta tale Govoni futurista, riconnettendolo a certa ben nota storica edulcorazione "crepuscolare", provinciale e "ideologica", ostile al futurismo.

Govoni ha attraversato il crepuscolarismo di Gozzano, ma la sua potenza massima è futurista. La stessa poetica pur anche crepuscolare di Govoni, certo suo “naturalismo” lirico, segnalano una ecopoesia ante litteram. Il Govoni poeta visivo, da “Il Palombaro” a “Autoritratto” e altro), gli stessi inediti govoniani presenti nel libro, grazie al critico L.

Scardino, dimostrano ulteriormente l'essenza futuristica del Poeta.

Futurismo o Manierismo

Tra gli autori, spiccano proprio i contributi più sperimentali e futuristici, ispirati da certapoesia visiva e dalle neoavanguardie: quelli di Landini, Grandi, Casalino, oppure Berengan e Roncarà sul piano documentaristico. Dinotevole equilibrio futurista e crepuscolare esitano i testi di Diedo, Roversi, Cazzola, Tartari, Marconi, P. Robinson (noto letterato britannico) e M. Pazzi. Altri autori, invece, presentano testi deboli e "manieristici", criticamente parlando. Deludente, infine, in quarta di copertina, la nota critica del celebre R. Pazzi, capace di segnalare “Le Fiale”, tra i capolavori già prefuturisti di Govoni, senza citare l'avanguardia di Marinetti, definendo "una meteora"il poeta di "Poesie Elettriche". Corrado Govoni, al contrario, resta uno dei più importanti per la poetica italiana moderna e il più grande di Ferrara città di scrittori, dopo Ludovico Ariosto.