Il noto musicista Carlo Zannetti ha recentemente pubblicato per Sovera Edizioni (area Armando Editore di Roma) una raccolta di biografie di numerose stelle del pop e del rock. Edizione cartacea riveduta e ampliata di un e-Book dello scorso anno. Il libro, intitolato Il Tormento del Talento è di forte stile letterario per nomi celebri, diversi, conosciuti dall'autore nella sua già lunga carriera. Blasting News ha avuto l'opportunità di intervistare l'autore.
Da Aretha Franklin a David Bowie
D - Carlo, arte vita e arte musica la tua, ora queste biografie in formato fiction e no-fiction sui grandi della musica pop e rock, da Aretha Franklin a John Lennon a David Bowie e tanti altri.
Un flash back?
R - E' una delle più grandi soddisfazioni della mia carriera, sono veramente racconti sofferti perché scaturiti da soli, come ispirati dalla musica che ascolto ogni giorno nelle ore notturne, quelle che rubo al sonno. Ho semplicemente cercato di scatenare la mia sensibilità per carpire sogni, speranze, delusioni e animi di 36 artisti che mi appassionano e che mi ispirano da quando avevo 12 anni. Mi sono sentito di fronte a loro, ho come visto i loro occhi, è incredibile ma vero.
La citazione per Paul McCartney
D - A proposito, sei stato anche recentemente citato da un magazine rilevante per un lungo articolo dedicato a Paul MCartney, da te ricordato come la "Normalità del genio".
R - Un'altra sorpresa meravigliosa che mi ha molto stupito. Vedere il mio nome associato a quello del grande Paul McCartney con una mia citazione all'inizio dell'articolo è stato come una sorta di premio per aver realizzato una frase azzeccata, condivisa da un giornalista, che é nata spontaneamente anche quella, ascoltando la canzone The long and winding road.
In quella canzone si capisce che Paul era disperato perché stava perdendo per sempre i suoi amici: i Beatles si stavano sciogliendo.
Musica e Tecnologia
D - La tecnologia uccide la musica, la potenzia o si tratta proprio letteralmente di un altro tipo di musica?
R - Da questo punto di vista penso che la musica, come ogni arte, debba essere stupefacente.
Stupefacente può essere una semplice melodia suonata con un violino oppure un insieme di suoni anche elettronici come in The dark side of the moon dei Pink Floyd. Gli stessi Pink Floyd con The great gig in the sky ci hanno dimostrato cos'é la musica. La musica é quell'insieme di note che misteriosamente fa emergere alcune sfumature del nostro animo, la musica può essere gioia o dolore.
D - Nel libro evidenzi, fin dal titolo, quasi il dna del musicista, che spesso vive un'esistenza molto complessa se non addirittura tragica. Il prezzo della vita da artista o paradossalmente legittima (anche se appunto fatale) difesa del talento artistico, essenza della vera diversità, in società che, nonostante successo e soldi, "uccidono" gli artisti?
R - Hai detto bene! Vite complesse, se non tragiche. Personalmente sono ancora qui a domandarmi come possa nascere il talento, il genio. Sono persone che devono soffrire tantissimo per riuscire a catturare quelle melodie straordinarie, quei testi stupendi e che per affermarsi devono fare alcuni sacrifici enormi. Quando poi arriva la fama, il successo e i soldi sono già come consumati, hanno esaurito molte delle loro risorse naturali e così cominciano i guai, proprio con la difficoltà di gestione di una nuova vita. La sensibilità a volte in questa società può essere considerata un difetto, la gente ti può uccidere con le parole, magari senza accorgersene.