È il 2 giugno 1946 quando passa il referendum, 12 717 923 (54,3%) cittadini a favore della Repubblica e passa così una data che segna la storia. Il primo articolo della Costituzione parla chiaro: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo." Parole bellissime messe su carta, peccato che tale carta è morta se non viene smossa dai cittadini stessi, ed oggi, parliamoci chiaro, il potere del popolo è ridotto al limite.
Sono tantissimi gli italiani che hanno perso la fiducia nei confronti di una rappresentanza giusta e onesta, la maggior parte di loro dichiara di non voler neanche più votare: "Ci hanno ingannato abbastanza questi buffoni".
Per non parlare dei giovani, tantissimi ragazzi delle nuove generazioni emigrano dalla loro città di origine per trasferirsi altrove, cercano lavoro questi ragazzi, un lavoro che in Italia manca e se c'è non è mai all'altezza dei titoli di laurea e dell'impegno.
E' la mancanza di meritocrazia il problema più grande, in questo giorno in particolare lo si può capire, quanti cittadini restano ancora fieri di essere italiani?I problemi sono molteplici, l'immigrazione a detta di alcuni è fuori controllo, per altri è un bene, anche in questo caso gli italiani non vanno d'accordo. Eppure il popolo italiano non deve essere così pigro, bisogna reagire, abbiamo una storia macchiata di sangue, la stessa costituzione prima di ottenerla si è vista spettatrice di guerre e brutali genocidi.
Un'unità sociale combattuta
"Il morbo infuria/Il pan ci manca/sul ponte sventola/bandiera bianca", questo come tanti altri era uno dei versi più celebri durante il Risorgimento, agli albori di un'Italia unita che però vedeva in sé ancora delle frammentazioni dovute a tradizioni diverse. Settanta anni dopo possiamo dire di essere uniti dalla bandiera tricolore, dalla lingua e dalla crisi, infatti se prima era solo il sud a soffrire della mancanza di lavoro rappresentando la parte di Italia economicamente svantaggiata, adesso persino nel Nord ricco di risorse non si respira più, gli italiani sono stanchi delle prese in giro e delle promesse buttate tanto per ricevere un po' di voti e tenere caldo il posto in poltrona, è un popolo combattuto, vinto ma anche orgoglioso quello degli Italiani, personaggi illustri hanno lottato mettendo a repentaglio le loro stesse vite per questo "pezzo di carta morta" che abbiamo oggi.
Lo stesso Pietro Calamandrei nel 1955 fece un discorso che viene più volte ripreso e citato quando si deve parlare alle giovani generazioni: "La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo."2 giugno 2016, tanti italiani stanchi, messi in croce dalle scelte dei propri avi, eppure qualcuno che ci crede ancora in questa bella patria continua ad esserci.