"Italietta", veniva chiamata un tempo, in senso dispregiativo. Quella dei trasformismi giolittiani, che divenne la patria del Duce, e che in seguito cambiò sempre, per non cambiare mai, rimanendo sempre, l'Italietta clerical-borghese ben descritta da Pasolini ormai cinquant'anni fa.
E fu così che, all'ennesimo Terremoto, con gli ennesimi trecento morti, non sono le case fatte con la sabbia ed i cementi impoveriti a fare scandalo; le "migliorie" che non sono antisismiche, nonostante si tratti di edifici costruiti su terreni estremamente a rischio.
Le tendopoli, le passerelle dei politici, Casa Italia, i contributi che ancora si continuano a pagare per terremoti persi nella notte dei tempi, le risatine a L'Aquila.
No, cari italiani, non è tutto questo a fare scandalo, bensì - udite udite - la vignetta di Charlie Hebdo, nota rivista satirica francese che, dopo essere stata plebiscitariamente incensata ed eletta a simbolo dei sacri valori europei di libertà e laicità, adesso viene affossata ed insultata. Gli italiani, oggi, non sono più Charlie Hebdo. Perché oggi non sono più in gioco i valori della cristianità, vilipesi da uno squallido attentato. È l'Italia stessa ad essere presa di mira, con il suo atteggiamento alla "tarallucci e vino", alla "volemose bbene".
Tutti uniti, tutti fratelli, tutti insieme in nome della Patria.
Qualcuno, ricco di grandissimo senso dell'humour, è riuscito anche a ricordare l'attentato parigino, con suggestivi epreziosi commenti quali "hanno fatto bene".Qualcun altro è riuscito addirittura a realizzare una contro-vignetta ad argomento "strage di Nizza".
Nessuno dei media, invece, si è sforzato di capire versochi era diretta l'ormai celebre vignetta con le lasagne umane. Certo, non verso i "poveri cristi" vittime del sisma. E non è servita a nulla nemmeno la seconda vignetta "riparatoria" (visto che ormai la vicenda si è trasformata in un caso diplomatico). Nulla da fare, l'onore è stato offeso e va vendicato.
Dunque, tutto bene italiani. Non siamo più il Paese dei furbi che riesce a peculare anche sul terremoto. Adesso siamo più che mai uniti.Le cose, finalmente, sono più chiare:non siamo più Charlie!