Finalmente si accenna alla eclissi dei partiti cristiani, come fa Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera del 26 novembre. Ma lo fa cercando di non riconoscere la reale portata del fenomeno dell’avvento di Papa Franceso al Soglio Pontificio, attraverso analisi storico-sociali che partono da assiomi finalizzati solo ad avvalorare, poi, solo il proprio pensiero oscurantista. A partire dalle critiche alle posizioni di corretto pentimento rispetto a “l’etnocentrismo sopraffattore” proprie dell’Occidente, eludendo le responsabilità coloniali e storiche ancora non risolte verso il tentativo di imporsi al Medio Oriente e a tutta l’Africa, fonte inesauribili di ricchezze minerarie da sfruttare senza lasciare il corretto prezzo alle popolazioni autoctone.

La causa viene ricercata anche nella crisi delle “due principali culture politiche”: quella socialdemocratica e quella cristiano-cattolica a partire dal 1945. Ignorando, artatamente, tutta l’area di pensiero liberale e libertaria che pur sono fortemente incidenti nella storia del nostro Paese e dell’Europa intera.

Il piccolo orticello Europa

Guardando solo al piccolo orticello italiano ed europeo, ignorando le enormi spinte di cambiamento che ha comportato la globalizzazione, con l’evidente imponente ruolo della Cina, dell’India, della Russia post-sovietica, dell’America del Sud ancora in liberazione e dei grandi sommovimenti nell’enorme area dell’Islam in cerca di una sua connotazione moderna e democratica.

In Italia la scandalosa "eclissi" dei partiti e dei politici, cristiani è di tutta evidenza connessa al grave scollamento tra questa “base” e il Capo della propria Chiesa. Papa Francesco ha compiuto atti di governo della sua Chiesa fin dai primi passi: per esempio lanciando un chiarissimo messaggio con l’introduzione del reato di tortura e l’abolizione dell’ergastolo in Vaticano, legiferando in base alla ratifica di trattati che anche l’Italia aveva firmato ben trent’anni fa.

Ergastolo, tortura: erano una indispensabilità in Vaticano o era un messaggio diretto proprio alla sordità dei “politici cristiani”? Sono numerosissimi coloro che dicono di rifarsi alle “radici cristiane”, ma poi restano cocciutamente sordi ai richiami pressanti alla Misericordia proprio negli atti concreti di legislazione, come dimostra quanto sia inaudito Papa Bergoglio quando supplica l’adozione di una Amnistia proprio in questo Giubileo.

Il ritorno dei Cristiani alla loro Chiesa

Papa Francesco, nella sua qualità di Capo indiscutibile della sua Chiesa, sta riportando la cristianità ai suoi valori originali, solidali e caritatevoli, rivolta in primis agli ultimi. Scacciando con mano ferma i mercanti dal tempio, come ha fatto con lo IOR, riportando i fedeli alla unione e al concetto universale di Chiesa. Lanciando chiari messaggi rispetto al pensiero cristiano che non favorisce l’aborto, ma ne rende misericordiosamente aperto uno spazio di perdono, di accoglienza. Lo fa con i divorziati, offre alle donne un ruolo di diaconato, si dichiara inadeguato al giudizio dell’omosessualità, pur nella fermezza e nella saggezza dei forti insegnamenti gesuitici.

Ed è criticabile per questo? Per il fatto che la cristianità si occupi dei valori connessi con i diritti umani? Attraverso la critica alla evidente egemonia del dio denaro? Che chieda di fermare non tanto e non solo le guerre, ma il mercimonio d’armi che attanaglia le nostre economie?

L'ostracismo dei media

Non sono scomparsi i politici o la politica cristiana: semplicemente chi diceva e dice di rifarsi a questi valori oggi svela la propria natura ipocrita e colpevole e si sente spaesato, potendo opporre alla voce di Papa Francesco la sola possibilità che gli rimane: fare chiasso con le mani sulle orecchie, sperando di rendere inaudito un Papa che invece fa tremare i cuori dell’universalità umana. Ricordando in questo l’altro grande inaudito a cui si è opposta l’orrida arma dell’ostracismo per coprirne la ragionevolezza: Marco Pannella.