“Cascos Blancos” è l'agenzia del Ministero degli Affari Esteri e del Culto dell'Argentina che da 20 anni è responsabile della progettazione e dello sviluppo per l’assistenza umanitaria internazionale. Guidata dal principio di non indifferenza tra gli stati, si basa su un modello di lavoro fondato sulla cooperazione, la solidarietà e la partecipazione della comunità. L’organizzazione è del tutto civile e poggia su un corpo di volontari nazionali ed internazionali.
Dal 2013, però, i Caschi Bianchi sono attivi anche in Siria: vengono descritti come civili che si muovono unicamente in base ai principi di «umanità, solidarietà e imparzialità», ma alcune immagini mettono in discussione la loro nobiltà d’animo.
Il video dei Caschi Bianchi in Siria: una messinscena?
Le immagini sono molto più forti delle parole: molto spesso nei servizi in televisione o su molte testate sono ritratti i Caschi Bianchi mentre soccorrono persone ferite che urlano e si lamentano. Un video, però, riprende alcuni di questi volontari mentre estraggono un uomo da alcune macerie. Il volto della persona è coperto di polvere; intorno a lui macerie e calcinacci.
Il video sembra uno dei classici Mannequin Challenge, l’ultimo tormentone social in cui le persone si fanno riprendere mentre chi registra passa in mezzo a loro totalmente fermi e immobili. Invece, a un segnale preciso, riprendono a eseguire il salvataggio, con tanto di urla e lamenti della persona soccorsa. Non solo: i protagonisti del video – Caschi Bianchi e persona salvata – si sono anche scattati un bel selfie per ricordare il salvataggio.
Qual è il vero ruolo dei Caschi Bianchi?
Intervistato dalla testata RT, Abdulrahman Al Mawwas, il capo ufficiale di collegamento dei Caschi Bianchi - ha ammesso come la loro organizzazione – che si dichiara non governativa e neutrale – riceva finanziamenti e attrezzature da diversi Stati occidentali come Usa, Regno Unito e Germania.
Vanessa Beeley, giornalista e ricercatrice indipendente, si è recata in Siria e ha visitato la città di Aleppo, duramente devastata dalla guerra. Secondo lei i Caschi Bianchi non possono essere in realtà definiti come un’organizzazione non governativa dal momento che ricevono “svariati milioni di finanziamento da vari Paesi, membri della NATO, che hanno manifestato il loro interesse circa un cambio di regime in Siria”.