Siamo arrivati a poche ore dall'apertura dei seggi al referendum, e dopo settimane di perenne martellamento mediatico finalmente siamo arrivati al giorno fatidico. Credo che qualsiasi aspetto tecnico inerente alla riforma sia stato accuratamente studiato, sviscerato e rigirato in mille modi fino all'esasperazione, sia dalla parte del no che da quella del sì. Scegliere cosa votare è veramente difficile poichè, come in un qualsiasi tipo di riforma politica, maggiormente se costituzionale, non si può pretendere di trovare la perfezione ed è più che naturale che determinati articoli della riforma possano risultare migliori di altri, data anche la sua complessità.
Una riforma voluta da "altri"
Intorno al referendum c'è stata una battaglia infuocata, tra i due opposti schieramenti che ha mostrato per l'ennesima volta quanto alla politica italiana piaccia la ricerca dei consensi e miri solo a questo, tralasciando la vera sostanza della politica, promettendo cose irraggiungibili, assurde; getta fumo negli occhi a chi ancora crede ai politici. Forse molti fatti, che potrebbero dare un senso più generale a questa riforma, cercando così di vederla nel suo complesso, non sono mai stati menzionati e probabilmente, se lo si fosse fatto, l'intera vicenda referendaria avrebbe preso un'altra connotazione. Un fatto doveroso da ricordare, e che purtroppo non è mai stato sottolineato abbastanza, riguarda la genesi originale della riforma: non è stato Renzi a volerla, non è stato Renzi a scriverla; Renzi è solo quello che ci ha messo la faccia.
Sono altre persone, altri poteri che hanno deciso di effettuare questa riforma. Mi viene in mente il memorandum della JP Morgan del 2013 riguardante i ritocchi "democratici" da apportare ai vari paesi del sud Europa per "migliorare la situazione". Si ricordava come in suddetti paesi si peccasse di eccessiva democrazia, così come i governi fossero troppo deboli nei confronti dei parlamenti.
L'idea che un governo sia più forte del parlamento non è sbagliata (anche nell'Antica Roma, in caso di crisi, si eleggeva un dittatore con pieni poteri) ma siamo sicuro che oggi esista un politico di qualsivoglia schieramento capace di pensare al popolo e non a servire chi veramente le decisioni le prende?
P2 ultimo atto
Pensando al referendum un'altra cosa che mi sovviene è la P2 di Lucio Gelli.
Tutti conoscono la storia di questa famosa congrega massonica scoperta a inizio anni 90 da dei magistrati per puro caso; non tutti però conoscono il "piano di rinascita democratica". Questo è il nome che venne dato a una sorta di piano che aveva lo scopo di ristabilire l'ordine "democratico" o meglio un nuovo tipo di ordine non proprio democratico.
E' aberrante quanto in questo documento si riesca a rileggere la storia dell'Italia degli ultimi 20 anni e come il progetto continui imperterrito il suo corso nonostante l'arresto dei suoi membri. Ci si può leggere il modus operandi studiato per raggiungere al meglio i propri fini, un modus operandi tipico di organizzazioni totalitarie: Piazzare i propri uomini nei centri di controllo e comando strategici dello stato (politica, media, sindacati), il controllo di tutti i media possibili, l'eliminazione o la sostituzione di chi non si adeguava al piano.
Il piano si divideva in 3 fasi: la prima e più importante quella della manipolazione mentale che poteva durare 20-30 anni (il ventennio berlusconiano), le altre due fasi erano molto vaghe però si parla di un decentramento continuo del potere dalle mani del popolo e come ultimo atto per rendere anche giuridicamente valido il progetto, delle belle ritoccatine alla costituzione per sancire anche nella Costituzione il cambio di rotta.
Andate a leggere il piano di rinascita democratica, è terribile come un 1984 orwelliano, purtroppo le assonanze con la vita recente dell'Italia son troppe per non lasciarsi intimorire da questo referendum che sembra l'ultimo capitolo di una saga lunga 20 anni.