Il concetto di comedy venne in essere nei primi anni '80 ed indicava delle strisce di intrattenimento tra il demenziale ed il comico. Ora il concetto sembra essere cambiato, almeno a dare retta alla visione di queste prime due puntate di "Atlanta" - su Fox da ieri - la serie ideata dal grande Donald Glover, che in questo gennaio 2017 ai Golden Glove ha portato a casa due statuine come miglior attore protagonista. Egli è infatti l'ideatore della serie. Glover nella sit-comedy interpreta Earn un giovane manager di colore laureato a Princeton, che torna a casa ad Atlanta per far decollare il progetto artistico di suo cugino Alfred "Paper Boi" Miles (Brian Tyree Henry) un rapper duro che ha come collaboratore Darius (Keith Stanfield).
Completa la lista dei protagonisti la migliore amica di Earn, Van (Zazie Beetz). Sotto lo sguardo da intellettuale coinvolto di Earn, si dipana un umorismo strisciante che tocca le derive sociali dell'America odierna, che è poi quanto dire del resto del mondo.
Il tutto miscelato con considerazioni attuali su dove stiamo andando con questo tipo di società in preda ad un delirio di auto-referenzialità narcisistica, che in realtà cela solo lo spazio di una doverosa e legittima violenza. Quando i ragazzi finiscono dentro il pezzo "Paper Boi" scala le classifiche di tutte le radio specializzate. L'impressione è che il successo del pezzo sia addebitabile, più che alla qualità frutto del lavoro originale dei rapper, ad una sorta di moltiplicatore maggioritario frutto di un marketing sociale.
Guardando "Atlanta", si capisce bene come l'America sia finita nei tweets di Donald J. Trump e delle sue grosse mani mulinanti concetti elementari e convincenti. Gli americani si sono riconosciuti in questo Puparo, che neanche un Zygmunt Bauman avrebbe previsto nelle sue analisi. Perché come direbbe un protagonista del film "Quel fantastico peggiore anno della mia vita", siamo in piena età dissologica. Questa serie è una vera e propria perla: l'America ha la malattia, ma anche la medicina per capirla e superarla.