“Nell'ambito dell’esecuzione penale è cessata l’emergenza dovuta al sovraffollamento”. Parole chiare, nette, quelle del Ministro Andrea Orlando, pronunciate in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione lo scorso 26 gennaio.

Pochi giorni prima, il 18 gennaio, sempre Orlando, nella sua relazione sulla giustizia presentata al Parlamento aveva affermato: “In carcere ci sono 54.653 detenuti, 10mila in meno rispetto al 2013” (Liana Milella - Repubblica.it).

Affermazioni senz'altro rassicuranti come quelle già espresse in passato.

Peccato però che abbiano tutta l’aria di dichiarazioni utilizzate più dagli esperti di marketing che a comunicazioni ufficiali di un Ministro della Repubblica ... a meno che il Guardasigilli non abbia a disposizione altri dati rispetto a quelli pubblicati sul sito giustizia.it e dai quali è possibili ricavare il seguente grafico riferito al 31 dicembre di ogni anno:

Partiamo dalla prima affermazione: “… è cessata l’emergenza dovuta al sovraffollamento”. Basandoci sui dati elaborati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, a fronte di una capienza di 50.228 posti detentivi in tutte le carceri italiane, il 31 dicembre 2016 erano presenti 54.653 persone detenute. A conti fatti, sono 4.425 persone in più rispetto ai posti disponibili, quindi, il sovraffollamento continua.

La seconda affermazione invece, quella sul netto calo delle persone detenute dal 2013 ad oggi, è senz'altro vera, ma non tiene conto della variabile “tendenza”, e la tendenza del sovraffollamento delle carceri è in netta ripresa. Andrea Orlando infatti, cita l’effettivo calo delle 10mila presenze delle persone detenute dal dicembre 2013 al dicembre 2016, ma omette di specificare che dal dicembre 2015 al dicembre 2016 c’è stato un incremento di 2.489 presenze.

L'indulto del 2006

L’indulto del 2006 era stato in grado di tamponare il problema del sovraffollamento. Infatti, dal febbraio 2009 fino al marzo 2014 (più di cinque anni consecutivi) i detenuti presenti nelle carceri hanno superato costantemente le 60.000 unità, con una fase critica dall'ottobre 2009 al giugno 2013 (tre anni e mezzo consecutivi) in cui non si è mai scesi sotto le 65.000 presenze, con un picco di 69.155 detenuti a novembre 2010!

L’emergenza carceri di quegli anni è il motivo per cui la CEDU (Corte Europea dei diritti dell’Uomo) ha emesso la sentenza del gennaio 2013 sul ricorso presentato da “Torreggiani e altri contro l’Italia” che ha condannato l'Italia per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea.

Tra le soluzioni adottate dal Parlamento e Governo in quei mesi, c’è stata anche la liberazione anticipata speciale, cioè lo “sconto” di detenzione per buona condotta che è passata da 45 a 75 giorni ogni 6 mesi di carcere. La misura, introdotta con un Decreto Legge a dicembre 2013, aveva valore retroattivo dal gennaio 2010 e aveva una durata di 2 anni di applicabilità.

Il sovraffollamento delle carceri, da allora, ha avuto una tendenza al decremento.

Lo stesso Andrea Orlando, in carica come Ministro della Giustizia del Governo Renzi dal febbraio 2014, già dalla fine di quell'anno ha iniziato a dispensare fiducia con affermazioni rassicuranti sulla possibilità che di lì a breve il sovraffollamento sarebbe stato solo un ricordo.

E invece…

Proprio al termine della applicabilità della liberazione anticipata speciale che ha cessato i suoi effetti a dicembre 2015, il numero delle persone detenute nelle carceri italiane è tornato a salire.

Di fatto, quindi, l’emergenza sovraffollamento non è mai terminata e anzi, dal gennaio 2016 ha ricominciato ad aggravarsi.

E' comprensibile che in una cerimonia solenne come quella dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Ministro della Giustizia cerchi di “fotografare” la Giustizia italiana nel modo migliore possibile, ma è del tutto evidente che si tratta solo di una fotografia scattata cercando l’inquadratura migliore che è cosa ben diversa dalla realtà dei fatti e dei numeri.