Dopo l'opinione sulle performance dei primi cinque cantanti che hanno intrattenuto il pubblico dell'Ariston nella seconda puntata del Festival di Sanremo, è il momento di analizzare le successive sei esibizioni. Sesto cantante in gara è Michele Bravi, vincitore della settima edizione di X Factor, che si presenta con 'Il diario degli errori'. Indubbiamente un testo del genere, cantato da un ragazzo di appena 22 anni, non restituisce a chi ascolta il massimo livello di potenza comunicativa e credibilità. Tuttavia il giovanissimo artista regala una buona performance, assolutamente al di sopra delle aspettative.

Settima partecipante è Paola Turci con 'Fatti bella per te': grande carica e carisma in questo inno che parla in maniera potente a tutte le donne, che dovrebbero essere le prime ad amarsi. Uno dei pezzi migliori ascoltati fino a questo momento. Ottavo a scendere in pista è il carrarese Francesco Gabbani, vincitore della scorsa edizione nella categoria nuove proposte. La sua 'Occidentali's karma' è una sagace critica alla società contemporanea, che ha perso di vista ogni valore. Il ritmo è assolutamente travolgente e il pezzo si candida ad essere un sicuro successo radiofonico. Irresistibile trascinatore di folle. Nono protagonista della seconda serata è Michele Zarrillo con 'Mani nelle mani': trasuda una dolce malinconia questo pezzo che rientra perfettamente nello stile del cantautore romano.

Non male ma, come accade in questi casi, da lui abbiamo sentito di meglio.

Il commento su Chiara e la coppia Raige e Giulia Luzi

E mentre si fanno spazio i pronostici su chi trionferà in questa sessantasettesima edizione, la decima artista a scendere in campo è Chiara con 'Nessun posto è casa mia'. La padovana, con la sua voce angelica, come al solito è in grado di trascinare chi la ascolta in un'altra dimensione.

Arrivati a questo punto, però, tutto ciò non basta più e urge l'arrivo di un pezzo in grado di valorizzare un talento così magico. A chiudere l'elenco dei Big è la coppia Raige e Giulia Luzi con 'Togliamoci la voglia': dopo aver ascoltato Barnabei, tutto sembrava in discesa. Eppure questo duetto riesce ad essere ancora più imbarazzante e c'è ben poco da aggiungere. Peccato, perché la Luzi ha un grande potenziale.