Che Trump non sia il nostro presidente è ovvio, visto che noi siamo in Italia e lui è presidente degli Stati Uniti. Ciò che invece non è ovvia per niente è la campagna di odio che stampa e televisione di un certo colore politico alimenta, dimostrando sostanzialmente che hanno la memoria corta, che sono decisamente di parte e non riescono ad accettare il fatto che il Presidente Trump è stato eletto democraticamente.

Le scelte di Trump

Esaminiamo alcune delle scelte effettuate in questi primi giorni di presidenza da Donald Tramp e scopriremo che i suoi predecessori, Clinton e Obama in testa, avevano già percorso la stessa strada nell'assoluto silenzio di chi oggi lo demonizza.

Muro con il Messico: fu iniziato e portato a termine per la metà della sua lunghezza da Clinton.

Espulsioni dei migranti: Obama ne fece espellere più di due milioni e mezzo, Trump ne vuole espellere tre milioni.

Paesi non accettati in America: Trump ha fermato l'arrivo di cittadini iracheni per 3 mesi, Obama nel 2011 li fermò per 6 mesi e fu lui che compilò nel 2015 la lista che andava sotto il nome di Terrorist travel prevention act dei 7 paesi islamici, Trump l'ha ricopiata.

E non si può non notare che non è una gran lista e che ci sono mancanze ed errori: mancano all'elenco due tra i paesi che forniscono il maggior numero di jihadisti: Pakistan e Tunisia, e mancano anche l’Arabia Saudita e il Qatar che sono grandi finanziatori del fondamentalismo islamico, grandi amici di Obama e in affari con Trump.

La situazione italiana

Prendendo spunto da queste vicende facciamo un ragionamento più serio sui confini di casa nostra. Se l'America di Trump sta rinunciando alla globalizzazione, noi come ci collochiamo nel mondo? Il nostro paese, impoverito e senza certezze, è semplicemente un paese senza confini e non in grado di offrire una vera accoglienza ai disperati senza controllo che approdano sulle sue coste.

Gli italiani non si riconoscono più in una Patria che non li garantisce e ancor meno in una Europa che vedono come la causa di tutti i loro mali.

Trump può essere certo criticato, ma se riuscirà a ricostruire l'identità del suo paese e costringerà noi a porci delle domande sul nostro incerto futuro e sulla nostra collocazione nel mondo, avrà già fatto molto.