Le più rosee previsioni, e l’aggettivo naturalmente non è casuale, parlavano di duecentomila donne in marcia per protestare contro il nuovo presidente americano Donald Trump a sole ventiquattr’ore dal suo insediamento. Ma la Women’s march on Washington, ha avuto numeri superiori a ogni aspettativa, con l’adesione di oltre cinquecentomila persone, come riferisce l’Ansa. A loro, secondo gli organizzatori della manifestazione, si sono aggiunti altri due milioni di persone che hanno protestato in tutto il mondo in 700 città. E se i numeri verranno confermati, l’evento di Washington, per questa massiccia partecipazione, rischia di diventare una delle manifestazioni con pochi precedenti nella storia americana.

A sfilare in modo pacifico contro il neo presidente, una moltitudine di donne con in testa cuffie e cappelli rosa: i “pussy cap”, indossati per ricordare a Trump la volgarità utilizzata in passato, riferendosi alle libertà che si prende con le appartenenti all’altro sesso.

I diritti delle donne

Ma la protesta è nata soprattutto per rivendicare il ruolo delle donne nella società americana, come ha dimostrato la moltitudine di cartelli con la frase “i diritti delle donne sono diritti civili”. Per le strade della capitale, tra le star, c'erano anche Madonna, Scarlett Johansson, Charlize Theron e il regista Michael Moore. E poi non solo donne, ma intere famiglie e tanti uomini. E soprattutto cittadine e cittadini americani di tutte le età, tantissimi di origine ispanica, afro-americana e asiatica, tutti insieme per chiedere rispetto e protestare contro il programma politico di Trump, dall’abolizione dell’Obamacare alle politiche sull’immigrazione.

Il segnale per il neo presidente è fortissimo: questa bella fetta di americani, tra l’altro maggioritaria (alle elezioni nel voto popolare Hillary Clinton aveva avuto tre milioni di consensi in più di Trump), è lì a ribadire la sua esistenza. Oggi nasce un’opposizione al 45° presidente americano che nessuno poteva immaginare così determinata, compatta, pronta a dare battaglia sulla difesa dei valori che Trump intende distruggere. E adesso questa piazza così gremita aspetta solo un leader. Magari una donna. E chi meglio di Michelle Obama?