L'istruzione è, inevitabilmente, uno dei pilastri fondamentali della società. Infatti vi si fa riferimento per comprendere il livello di sviluppo e di evoluzione che caratterizzano e contraddistinguono un determinato luogo in un particolare contesto storico, e permette l'inserimento nel mondo delle diverse generazioni.

Gli insegnanti hanno il compito di formare e nutrire le menti dei giovani, per farne un giorno adulti maturi e consapevoli, in grado di valutare e prendere decisioni in maniera autonoma, per inserirsi e poter così vivere nella società che li circonda.

Mio figlio in torto? Senza dubbio sbagliano gli insegnanti

Si discute molto oggi sulla qualità dell'insegnamento che viene impartito in certe scuole: il comportamento violento, insieme ad un poco professionale atteggiamento di alcuni docenti, ha provocato di recente diversi scandali ed indignazione. Non bisogna però generalizzare.

Esistono casi in cui gli insegnanti vengono ingiustamente colpevolizzati a causa delle loro metodologie, quando in realtà sono proprio queste che permettono ai giovani di capire ed imparare la differenza tra ciò che si deve e che conviene fare, piuttosto che cadere rovinosamente nell'errore.

Oggi è diventato frequente che i genitori se la prendano con gli insegnanti per difendere (molto spesso sbagliando) i figli: non sono più concepite le punizioni (compiti a casa, soppressione del'intervallo...) perché considerate troppo ingiuste, le note di demerito perché ingiustificate, e gli avvisi ai genitori che vengono visti come un segnale di accanimento verso il giovane.

E così, anche se gli alunni sono palesemente dalla parte del torto, la colpa viene attribuita senza dubbio alcuno ai professori.

Che risorse rimangono, quindi, e quali mezzi possono essere utilizzati per far crescere i nostri giovani? Quando anche i semplici e più blandi deterrenti vengono "scavalcati", come si può far capire ad un individuo (che ancora ha difficoltà a comprendere se i suoi atteggiamenti possono arrecare problemi o meno) che è in errore e che sbaglia?

Gli insegnanti, dal canto loro, non riescono e non possono più intervenire in alcuna maniera, perché hanno paura di incorrere in problemi e discussioni coi genitori, e per questo motivo lasciano che gli alunni si comportino liberamente, senza porre alcun limite.

Questo comportamento "forzato" ed apparentemente irresponsabile dei docenti è un indicatore del livello di superficialità che ha raggiunto la nostra società.

Il vero problema è da ricercare non nell'organo statale, bensì nell'ambiente domestico, che dovrebbe rappresentare il primo punto di riferimento per la formazione dell'individuo: se a casa non viene regolarizzata ed indirizzata la vita dei giovani, ma c'è invece la propensione a giustificarli e a proteggerli in maniera esasperata, questi crescono con la convinzione che a loro ogni cosa sia dovuta, ed è inevitabile poi che ciò influenzi anche la loro vita nel sociale.

Un buon compromesso, se proprio risulta difficile ai genitori "colpevolizzare" e reprimere con punizioni gli atteggiamenti ribelli ed irresponsabili dei figli, sarebbe almeno non intervenire nell'ambito scolastico (senza cioè lamentarsi) e lasciare unicamente agli insegnanti il compito che spetta loro di "educare" gli studenti, poiché i docenti sanno quando è il momento opportuno per lodare e gratificare per merito, o penalizzare per un comportamento sbagliato, avvalendosi delle vecchie metodologie.