"... hit estiva degli anni Ottanta pompata e remixata perché piaccia ai ventenni e induca nei loro genitori la nostalgia, ma senza il retrogusto inesorabile della vecchiaia (La ragazza sbagliata di Giampaolo Simi, Sellerio)". Ieri sera siamo stati tutti contenti di risentire la sigla di "Indietro tutta" e di rivedere quell'intenso anno di un format-non format che ha caratterizzato la vita di tanti ventenni dell'epoca, che dopo "Quelli della notte" che ci aveva fatti stare alzati la notte al liceo, ora nel primi due anni di università ci confermava che la creatività era qui da noi.

Rivedere nelle sigla nomi come Santoro, Mattone, Cerruti ci ha riempito di nostalgia per un tempo dove se ancora esistevano i partiti e Tangentopoli stava per materializzarsi di lì a poco, esistevano ancora autori e parolieri che con le loro gag - gli Squallor - e le loro canzoni, solo apparentemente leggere - Mattone - ci facevano vivere la nostra vita con la giusta distanza da quello che già allora ci appariva non modificabile. La vista di Troisi e di altri che ci sono mancati - e ci mancano - troppo presto, ha dato adito alla nostalgia più dolce e feroce nello stesso tempo.

La creatività di 30 anni fa mette in luce il buio odierno

Ma allora perché "Indietro tutta, 30 e l'ode" ci ha lasciato non contenti dopo la visione?

Perché questo programma - ci sarà ancora una serata tributo - metteva ferocemente insieme i nostri anni di ventenni con quelli che ventenni sedevano - in controcampo - nella sala universitaria del Vaderetromeglioaccussì. Quei bei ragazzi curati sono ora creta nelle mani dei pupari di questo tempo indifferente ed interessato che fa programmi per un unico gusto: quello dei padri e quello dei figli.

Uniti nella melassa di una creatività che assembla nello stesso momento nostalgia della creatività di un tempo con il deserto della stessa che viviamo. Oggi la dea comunicazione partorisce pubblicità politiche e politica pubblicitaria in un solo baillamme indistinto che serve solo a renderci più contenti del Black friday di turno.

Dispiace che personaggi del livello di Arbore si siano prestati a questo revival attualizzato che fa solo bene a Rai 2 nella raccolta pubblicitaria nell'eterno scontro-non scontro con Mediaset e gli altri. Che pena Andrea Delogu e quei ragazzi della platea costretti a divertirsi con le cose che noi - loro padri anagrafici - consideravamo creatività naif, per meglio andare avanti in una vita che anche noi sentivamo ardua.