Tintilia e Nero d'Avola sono due vitigni, o uve, prodotti nel territorio Italiano, il primo in Molise e il secondo in Sicilia, che vengono disciplinati secondo la normativa sulla denominazione di origine controllata. Come quest'ultima anche esperti, enologi, sommelier e il web descrivono le caratteristiche della vinificazione e del prodotto finale in tavola ma da appassionato, in particolare dei rossi, vorrei parlarvi di una sfida tra i due basata sul mio concetto di vino.

La guerra dei mondi tra Tintilia e Nero d'Avola

Come anticipato anche nel titolo, questi due vini rappresentano a mio avviso due mondi: quello del Tintilia, caratterizzato dalla resistenza di una piccola regione come il Molise in mezzo alle "grandi", e quello del Nero d'Avola, dove si evince la durezza mista a dolcezza del Sud.

La battaglia si svolge su un ring composto dalle annate recenti di entrambi i vini.

Ero al tavolino di un pub, ero a tavola in occasione delle festività, e non mancava un calice con vino prodotto con uve Tintilia. La prima cosa che mi colpiva mentre veniva versato era il colore rosso rubino che ai bordi del bicchiere diventava viola. Immaginai una marcata nota floreale in bocca, ma venni stupito dalla sapidità e morbidezza unite insieme, un connubio che non mi aspettavo. Ciò generò in me la sensazione di frutta appena matura staccata dall'albero e mangiata al volo. Ripensando all'odore vinoso, di leggera nota vegetale, sembrava che il Molise volesse confermare la sua vocazione al territorio e ciò che avevo sentito tra la lingua e il palato.

Una mattina recente ero a letto, ho chiuso gli occhi e ho pensato di scegliere un avversario per Tintilia e ho immaginato una guerra di sapori con un vino che bevo spesso, ovvero il Nero d'Avola. Quest'ultimo ha dalla sua parte i toni avvolgenti della sua acidità e alcolicità che inondano da subito il palato. Dunque la durezza di questo vino rosso rubino potrebbe spazzare via la morbidezza del Tintilia.

Ma a tavola dopo qualche secondo del Nero d'Avola mi rimaneva in bocca il sentore di cannella e altre volte di cacao. Quasi a dire che la Sicilia è dura ma ha un grande cuore. Quanto allo scontro diretto tra i due titani tipici regionali io direi che Tintilia possa vincere sui lunghi pasti e nelle degustazioni presso pub o enoteche poiché i tannini astringenti e la morbidezza ripuliscono la bocca rendendola pronta ad accettare sempre nuovi assaggi.

Il Nero d'Avola invece ritengo possa dominare i più corti pranzi quotidiani dove la sua improvvisa vivacità accompagna un primo molto condito e un secondo con contorno. A livello concettuale, Tintilia è un vino resistente, secco al punto giusto come se fosse nettamente deciso ad affrontare gli attacchi infuocati del Nero d'Avola. A un certo punto però i due vini accettano una tregua: il corpo morbido ed elegante del Tintilia viene abbracciato dal dolce retrogusto finale del Nero d'Avola. Facendo un ulteriore ragionamento, essendo il Tintilia un vitigno che sopporta poco il caldo, nelle estati molisane potrebbe aver ceduto parte di succo con l'evaporazione lasciando una percentuale di sali minerali tale da garantire la sua eccellente sapidità. Mentre per il Nero d'Avola ritengo che la durezza e il tasso zuccherino gli consentano ampie possibilità di invecchiamento in bottiglia.