L’obiettivo di questi giorni è quello di aiutare sei milioni di italiani in condizioni di povertà con un reddito di cittadinanza pari a 780 euro mensili per tre anni, ma prorogabili: 780 euro calcolati per un single e costituiti dai 300 euro medi previsti per i pensionati già percettori della pensione minima o di quella sociale, cui si sono aggiunti 480 euro per disoccupato o lavoratore povero.
Decorrenza prevista: marzo 2019.
Requisiti di inquadramento nella fascia di povertà
Lo sforzo economico, cui fa capo Di Maio, ha delle condizioni: il richiedente deve essere disoccupato in cerca attiva di occupazione; sostanzialmente lo stato di disoccupazione deve essere involontario. Per questo motivo la misura non manca di prevedere la possibilità di partecipare a corsi di formazione, percorsi che devono essere completati dal cittadino in cerca di lavoro: quest'ultimo non potrà rifiutare più di tre proposte di impiego ritenute idonee al suo stato. In aiuto a questo obiettivo è prevista anche una Riforma dei Centri per l’Impiego, i quali affiancheranno il cittadino nella fase di ricollocamento all'interno del mercato del lavoro.
Ulteriore vincolo a godere del reddito di cittadinanza risulta essere il reddito familiare: primo parametro sarà il reddito Isee che non dovrà superare i seimila euro (ma che potrebbe essere aumentato a 8000), cui si aggiunge un patrimonio inferiore a ventimila euro, proprietà della prima casa esclusa.
La misura quindi non mancherà di considerare la situazione economica familiare del richiedente: l’importo del reddito di cittadinanza verrà calcolato in base alla scala di equivalenza introdotta dai governi di Renzi e Gentiloni, ossia con il reddito di inclusione, ma sempre e comunque con l’obiettivo di reinserire socialmente la persona disagiata. Il governo Renzi-Gentiloni infatti, aveva già previsto delle misure a sostegno della povertà, misure che però sottoscrivevano vincoli (avere almeno un figlio minorenne o un figlio anche maggiorenne, ma portatore di disabilità, avere in famiglia una donna incinta, essere disoccupato over 55) che potrebbero risultare inidonei a rimettere in moto la macchina economica italiana.
Il ministro dell’Economia intende per contro inserire un ulteriore vincolo, costituito dall’obbligo di spendere totalmente il reddito di cittadinanza, unitamente al fatto che tale spesa non venga sostenuta in contanti.
L’impatto in tale contesto sarebbe costituito dal conseguente spostamento dei tassi. Non è da dimenticare infatti che lo scopo di un intervento di una politica fiscale è quello di influenzare la domanda aggregata: una manovra espansiva porta con sé un aumento della spesa pubblica e/o la riduzione della tassazione. Le conseguenze sul bilancio dello Stato (entrate meno uscite), in questo caso, sono un aumento del disavanzo; non dimentichiamo che i Paesi Europei partecipanti all’Unione Monetaria sono vincolati dal Patto di Stabilità che consiste in un deficit dello Stato al di sotto del 3% del Pil.
Dall’altro lato l’offerta di moneta è sì determinata dall’Autorità Centrale, ma può anche aumentare se le banche riducono il tasso di liquidità, ad esempio grazie ad un maggiore utilizzo di Bancomat e Carte di Credito, quello che chiede il nostro Ministro per l’Economia. Quindi: aumentando l’offerta di moneta i tassi diminuiscono e, diminuendo questi ultimi, gli investimenti crescono ottenendo in questo modo un impatto economico positivo. Rimane un unico aspetto: esiste una legge psicologica sociale consistente nel fatto che affinché una manovra di politica economica abbia successo i mercati devono dare fiducia, forse sarà in questo il successo di Di Maio, perché dare dignità corrisponde ad ottenere fiducia.