La Salute pubblica, specie quella dei minori è un interesse primario da tutelare in ogni Stato di Diritto. Ma se la legge statale non viene applicata in modo corretto o viene sistematicamente elusa l'Ente Pubblico immediatamente inferiore allo Stato, quindi la Regione, può decidere di intervenire colmando questa lacuna normativa e tutelando la popolazione regionale. E, entrando nello specifico, la Regione Lazio intende fare qualcosa del genere. Infatti, sull'onda del caso del bambino leucemico che non può rientrare a Scuola perché nella sua classe sono presenti altri 5 bambini di genitori no vax, la Regione Lazio ha proposto di creare una legge regionale che estenda ulteriormente l'obbligo vaccinale fino ai 14 anni.

In pratica, si tratterebbe di un'estensione dell'obbligo, già ora esistente nel caso dei bambini da 0 a 6 anni che non possono essere ammessi alla Scuola dell'Infanzia o all'asilo se non hanno fatto tutte le vaccinazioni obbligatorie.

La proposta di legge regionale

Secondo quanto spiegato dall'Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato mentre per i bambini da 0 a 6 anni esiste l'obbligo di vaccinazione che ha lo scopo, appunto, di tutelare i soggetti più deboli, alle elementari e alle medie questo obbligo non sussiste. Di conseguenza, i genitori che non fanno vaccinare i propri figli rischiano, al massimo, una sanzione pecuniaria. Per colmare questa lacuna normativa l'Assessore regionale alla Sanità D'amato ha annunciato che nel corso di questa settimana verrà presentata una proposta di legge regionale per estendere l'obbligo vaccinale anche alle elementari e alle medie, in modo tale da coprire completamente la Scuola dell'obbligo ed evitare che in futuro si verifichino altri casi simili a quelli del bimbo leucemico, a cui è stato dato il nome di fantasia di Matteo.

Ovviamente, l'estensione dell'obbligo vaccinale coincide anche con l'estensione delle eventuali sanzioni da comminare in caso di mancato rispetto dello stesso. E queste possono andare dall'espulsione alla non ammissione a Scuola fino alla terza media.

Incontro tra medici e genitori

Intanto il caso del piccolo Matteo ha fatto mobilitare i medici della Asl Rm2 che, nella giornata di oggi, dovrebbero recarsi nell'Istituto scolastico di Via Bobbio, dove il piccolo è formalmente iscritto, per spiegare quali potrebbero essere le conseguenze per la sua Salute se venisse a contatto con dei soggetti non vaccinati.

In particolare, dato che l'organismo del bambino è immunodepresso se si dovesse trovare di fronte ad un focolaio di morbillo, varicella o qualche altra malattia esantematica il rischio per la sua salute sarebbe particolarmente alto. Fortunatamente nulla del genere si sarebbe ancora verificato. D'altra parte, il bambino vuole tornare a scuola e lo chiede sempre ai genitori.

Ma una soluzione definitiva purtroppo non è stata trovata. E i genitori del piccolo Matteo rischiano anche delle sanzioni. Infatti, il termine ultimo per il rientro a scuola del bambino è fissato per il 10 marzo. Vedremo come finirà, se prevarrà la tutela del diritto alla Salute e allo studio o il pregiudizio.