Da Bologna e poi Modena si è propagata la protesta anti Salvini che ha visto per protagonisti tanti giovani scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso rispetto alla Politica del leader leghista. Questo successo ha suscitato in molte persone euforia e facili entusiasmi, e in molti hanno espresso la speranza che questo movimento rappresenti una rinascita culturale dell'Italia. Il simbolo scelto per rappresentare questa riscossa è quello delle sardine, un pesce che da solo è indifeso, ma che trova la sua forza e capacità di reagire quando agisce in gruppo.

Il movimento è nato a Bologna

Il flash mob è nato a Bologna il 14 novembre ed è stato organizzato in contemporanea ad un comizio della Lega che prevedeva la partecipazione di Matteo Salvini a sostegno della sua candidata Lucia Borgonzoni, in vista delle prossime elezioni regionali del 26 gennaio 2020 in Emilia Romagna. Gli organizzatori del movimento di protesta sono quattro amici trentenni che nella vita non si occupano di politica, ma sono comunque riusciti a lanciare l'iniziativa attraverso un semplice evento creato su Facebook. L'obiettivo dell'evento era quello di superare il numero di 5570 persone, cioè quello che può contenere il PalaDozza dove si teneva l'incontro organizzato dalla Lega.

L'idea dei quattro ragazzi, Giulia, Andrea, Mattia e Roberto, ha avuto subito un successo inaspettato che poi si è esteso a Modena e ora coinvolgerà altre città coinvolgendo migliaia di persone. Per la loro protesta i ragazzi sono stati chiari: la contestazione deve avvenire in maniera pacifica e non deve ingenerare in episodi di violenza.

Perché non bisogna gioire: sinistra fragile

Tuttavia, nonostante il movimento sia visto con simpatia dalla sinistra italiana, quest'ultima non deve gioire troppo. Certo, il flash mob ha avuto il merito e la capacità di attirare nelle piazze italiane migliaia di giovani a protestare, un successo ancora più importante considerando che le proteste giovanili in Italia negli ultimi decenni si sono notevolmente ridotte rispetto a quelle ben più famose degli anni precedenti.

Tuttavia, questo movimento per molti versi risulta un'appello disperato; un lamento di persone che si riconoscono in un'ideologia vaga e incerta che ancora non ha definito bene i propri principi e valori. Negli ultimi anni sembra che la sinistra debba trovare nel dissenso o nella contestazione qualcosa in cui riconoscersi perché non è più in grado di trovare in sé stessa i principi e le priorità necessari per rimodernarsi. Dove sono finite per esempio le grandi manifestazioni per i diritti dei lavoratori? O quelle per la parità di genere? In Italia si hanno solo manifestazioni sporadiche che non hanno la forza necessaria per ottenere qualche concreto cambiamento. Per questo motivo c'è poco da gioire: quello che resta è un partito vuoto di senso che non si riconosce più in ideali e principi forti, ma che ha come solo punto fermo evitare ed eliminare il nemico molto più determinato e sicuro di lui nelle sue idee.