Il turismo è stato uno dei settori dell’economia italiana maggiormente colpito dalla pandemia provocata dal coronavirus, sopratutto per quanto riguarda la componente relativa ai viaggiatori stranieri. L’Unione Europea ha riaperto le frontiere tra i suoi Stati membri il 15 giugno e dal primo luglio, in maniera progressiva, saranno riaperte quelle con ii paesi extra Ue. Nonostante ciò, gli operatori turistici italiani hanno poche speranze di arginare le perdite provocate da un evento imprevisto e imprevedibile, come quello rappresentato dalla quarantena imposta dal coronavirus.

Non basta riaprire le frontiere e eliminare le limitazioni agli spostamenti delle persone per tornare immediatamente ai livelli di attività precedenti allo scoppio del contagio della Covid-19. Molti paesi, infatti, adesso sono alle prese con il picco dell’epidemia e, quindi, i flussi in uscita da essi sono bloccati. Lo stato italiano non ha varato politiche di sostegno di questo particolare aspetto dell'attività turistica e solo nel 2023 si prevede che il turismo italiano possa tornare ai risultati e i numeri che si sono registrati lo scorso anno.

Il turismo nel 2019 ha prodotto il 13% del pil italiano, in aumento del 6,4% rispetto all’anno precedente; per il 2020 l’Enit (agenzia nazionale del turismo) prevede una diminuzione dei turisti internazionali pari al 49% (circa 31 milioni di persone); le regioni più colpite da questo fenomeno saranno il Veneto, la Lombardia, la Toscana, il Lazio e l’Emilia Romagna.

Gli stranieri continuano a sognare la vacanza in Italia

Sul web, ad ogni modo, l’Italia sembra essere una delle mete preferite per i viaggiatori stranieri: a fine maggio l’Enit ha, infatti, registrato 754 mila citazioni sul viaggio in Italia, sui vari siti e social a livello mondiale. Attualmente, il principale ostacolo alla ripresa dei flussi turistici internazionali da paesi extra Ue verso il nostro paese è rappresentato dai collegamenti, poiché non ci sono tratte definite e il governo non ha promosso nessuna campagna di promozione dell'Italia a livello internazionale e non ha previsto nessun aiuto ai vettori del trasporto aereo internazionale allo scopo di incentivare la ripresa immediata dei viaggi verso l’Italia.

Una proposta per favorire l’aumento delle presenze straniere potrebbe essere quella di eliminare il limite per gli acquisti tax-free, come é stato fatto in altri Paesi europei, ma, al momento, non è stata presa in considerazione dalla classe politica. L’anno scorso gli stranieri hanno speso in Italia 44,5 miliardi di Euro e, di conseguenza, il 2020 sarà un anno terribile da questo punto di vista.

L’ultimo rapporto Istat spiega bene cosa ha rappresentato per il settore turistico italiano la pandemia, mostrando che nel trimestre marzo-maggio l’attività del settore si è azzerata in una fase che, in tempi normali, avrebbe rappresentato, al contrario, il rilancio della stagione in concomitanza delle festività pasquali.

A causa della pandemia perdite per miliardi di euro

Senza pandemia, dunque, i turisti stranieri avrebbero speso 9,4 miliardi di euro, che mancano all’appello con un danno per tutta la fiera, la quale conta 183 mila esercizi extra alberghieri e 33 mila esercizi alberghieri. Anche il settore degli affitti brevi ha visto fermarsi le richieste , in particolare esse si sono ridotte del 90% in Toscana, Veneto e nella provincia di Bolzano.

A rischio sono anche 45 mila bar ristoranti, 16 mila agenzie di viaggi e altri soggetti operanti sul campo, come il settore dei noleggi di auto, barche e campeggi. Se tutte queste attività dovessero chiudere, migliaia di persone si ritroverebbero senza lavoro con gravi ripercussioni sulla stabilità economica e sociale del paese.