É stato pubblicato sul sito dell’ufficio statistico dell’Unione Europea (Eurostat) il documento dal titolo "L’economia europea dall’inizio del millennio", il quale descrive come si sono evolute le variabili economiche dal 2000 fino ad oggi. I dati si riferiscono al periodo precedente a quello della pandemia provocata dal coronavirus, la quale ha determinato il blocco dell'attivitá economica cambiando il quadro generale dell'economia.
L'andamento del Pil dell'Unione Europea
Il prodotto interno lordo dell'Unione Europea è cresciuto nei primi sette anni del nuovo millennio in maniera costante, con percentuali di crescita annua comprese tra l'1 e il 3%.
Nel 2008 si è verificata la crisi finanziaria legata ai mutui subprime, la quale ha provocato una diminuzione del Pil europeo del 4%. Nel 2014 il Pil ha ricominciato a crescere, dopo qualche anno di stagnazione, fino al 2018 ad un ritmo annuo del 2%, grazie alla ripresa economica mondiale e l’aumento delle somme destinate agli investimenti produttivi e dei consumi dei cittadini europei. Dal 2001 ad oggi l’inflazione dell’Unione Europea non è mai stata superiore al 3%, da un minimo pari a 0 nel 2015, nel 2018 è risalita all’1,8%. Nello stesso periodo sono diminuiti i tassi di interesse a lungo termine, i quali erano al livello del 5,3% all’inizio del millennio per scendere all'1,4% del 2018. L’adesione all’euro avrebbe risolto due problemi endemici dell’economia del nostro Paese ai tempi della lira: l’alta inflazione e l’alto livello della spesa per gli interessi del suo gigantesco debito pubblico.
La moneta unica europea si è rafforzata dall’inizio del millennio nei confronti della sterlina inglese e del dollaro statunitense, mentre si è indebolita nei confronti del franco svizzero.
La disoccupazione è diminuita
Il tasso di disoccupazione dell’Unione Europea è stato sempre costante rimanendo compreso tra il 7 e il 10%, in questi primi venti anni degli anni duemila.La percentuale di uomini occupati è sempre stata superiore a quella delle donne ed è aumentata la percentuale dei lavori a tempo determinato e quella del lavoro part time.
Accanto a queste tendenze generali permangono molte differenze tra gli Stati membri, con tassi di disoccupazione, che nel 2018 andavano dal 3,4% in Germania, al 19,3 % in Grecia (Italia 10.6%).
Tendenze del commercio mondiale
L’Unione Europea è uno dei giganti del commercio mondiale, il secondo maggiore esportatore e importatore di beni al mondo: solo la Cina esporta più beni e gli Stati Uniti che ne importano di più.
Inoltre, l’Ue è il primo operatore al mondo negli scambi di servizi. Nel 2018, i principali partner dell’Unione Europea per gli scambi commerciali totali di beni e servizi sono stati gli Usa, la Cina e la Svizzera . Nel 2018 la Germania ha registrato il più alto surplus negli scambi commerciali di beni (+222 miliardi) seguita dall’Olanda (+68 miliardi) e dall'Italia (+47 miliardi). I deficit più marcati sono stati quelli del Regno Unito (-156 miliardi) e della Francia ( -48 miliardi) .