Lol: Chi ride è fuori è sulla bocca, anzi sulla tastiera di tutti. La nuova serie di Amazon Prime Video riunisce dieci comici, alcuni esordienti, altri old school, in una rosa ben assortita per intercettare trasversalmente l’umorismo di Boomers, Millenials, e Gen Z. Il second screening – vale a dire quel fenomeno che consiste nel commentare online un programma televisivo mentre lo si guarda su un altro device – ha investito i social network, riempiendo i feed di meme e commenti live e trasformando Lol in un vero fenomeno mediatico.
Giovedì 1 aprile 2021 Amazon pubblica le prime quattro puntate.
La mattina dopo Facebook, Twitter e Instagram sono invase dalla Ciro’s dance e dalle pose di Posaman. Anche i più diffidenti inevitabilmente si incuriosiscono e si affrettano a recuperare le puntate perse per non rimanere indietro: l’umorismo del web sembra ormai parlare solo la lingua di Lol.
Come funziona Lol?
Dieci concorrenti, sei ore, un teatro e una sola regola: non ridere. Chi ride – o sorride, o gonfia le guance per trattenersi – non è fuori ma viene ammonito: alla seconda risata il concorrente è eliminato. Certo, manca il pubblico, mancano le risate e gli applausi, ai quali cercano di sopperire Fedez [VIDEO] e Mara Maionchi, host e co-host del programma, che osservano da lontano e ridono sguaiatamente a ogni mossa dei partecipanti.
Ma la comicità compressa nel teatro-salotto ha comunque un potenziale elevato e detona con le gag improvvisate, i colpi di scena e il nonsense, vero grande protagonista di Lol.
Alla partenza del gioco ognuno mette in atto la propria strategia. Pintus imita lo chef Cannavacciuolo, Frank Matano cammina lontano da un improbabile Elio in veste Monna Lisa, Luca Ravenna resta in disparte per evitare gli sguardi degli altri concorrenti.
Poi accade qualcosa. Ciro, uno dei volti più noti dei The Jackal, sale sul palco, afferra una manica vuota, con la mano libera muove dall’interno la felpa che sta indossando e balla. I nove sventurati sono costretti a rimanere impassibili di fronte a uno spettacolo tanto assurdo quanto inspiegabilmente divertente. Da casa gli spettatori impazziscono per la Ciro’s dance che risuona in tutte le salse sulle home social, divenendo un vero e proprio meme: riproducibile, modificabile e condivisibile.
La novità del programma
Lol unisce il format dello show comico ma anche del reality in presa diretta, dove i partecipanti sono osservati da un Grande Fratello che monitora dall’alto le loro mosse. I concorrenti in gara mettono in scena i loro sketch più esilaranti, come nei più noti programmi comici televisivi, ma sono anche costretti ad improvvisare. Non è certamente la prima volta che viene proposto un format basato sull’improvvisazione – si pensi ad esempio al programma Buona la prima! Di Fatma Ruffini – ma c’è una novità: Lol è memabile.
Le gag più riuscite vengono riprese, alterate e condivise online. Gli utenti pubblicano i meme e taggano i protagonisti, già molto noti al mondo dei social, che condividono le immagini più divertenti sui propri profili.
Lol è memabile perché fa ridere e forse fa ridere perché è memabile. I momenti più divertenti sono quelli in grado di trasformarsi in contenuti online riproducibili e adattabili ad altri contesti. La battuta “So’ Lillo”, ad esempio, viene declinata su Instagram in “So’ Jurij” in occasione dell’anniversario del primo volo dello spazio di Jurij Gagarin e poi in “So Grillo”, per semplice assonanza.
Lo show di successo del momento ha quindi offerto ai suoi spettatori un momento di serenità e ha consentito ai registi all’ascolto di comprendere che cosa debbano portare sullo schermo per far ridere gli italiani, senza distinzioni di età. Che la 'memabilità' di un programma che vuol far divertire sia la cifra misurabile della sua comicità?