2020/2021, ennesima annata storta per la Fiorentina, a 8 giornate dal termine del campionato, infatti, sono appena 30 i punti totali della formazione di Iachini in 31 giornate e 8 sono i punti di distacco dalla zona retrocessione, perciò tutto è ancora in bilico. In un’annata dove anche un giocatore come Ribery ha fatto fatica a esprimersi, è davvero difficile fare un bilancio e trovare qualcosa di positivo.

Eppure dal momento in cui è diventato titolare lì davanti, come vero numero 9, Dusan Vlahovic non ha più smesso di segnare. Il serbo, nato a Belgrado il 28 gennaio 2000 è, adesso l’unico giocatore di cui la Viola non può fare a meno.

Storia di un predestinato

Dusan Vlahovic passa in Toscana nel 2018 dal Partizan Belgrado per solamente 1,95 milioni. Dopo, una stagione di apprendistato nella squadra giovanile, nella stagione passata colleziona 34 presenze e 8 gol in prima squadra, ma fatica a entrare nei meccanismi di Iachini, tanto che anche all’inizio di questa stagione, nelle gerarchie è ancora dietro. La Fiorentina però delude, raccoglie appena 10 punti nelle prime 12 giornate, il presidente Rocco Commisso decide di esonerare Iachini, al suo posto ritorna Cesare Prandelli: sul piano dei risultati, all’inizio cambia ben poco, ma sul piano del gioco, della sicurezza e continuità di alcuni uomini qualcosa è diverso. Arriviamo infatti alla prima partita del Prandelli bis, la Fiorentina pareggia col Sassuolo per 1 -1, ma da quel giorno Vlahovic si sblocca, scala le gerarchie, prendendosi la maglia da titolare e non smette più di segnare.

Il serbo inverte radicalmente la rotta

Vlahovic, si carica completamente sulle spalle la Fiorentina e, a suon di gol, cerca di dare una scossa all’ambiente toscano, abbastanza deluso dall’ennesima stagione fallimentare, ne è una dimostrazione la tripletta rifilata al Benevento nella 27a giornata. Il serbo lotta, suda, si immola per la causa, e, soprattutto, segna a raffica e diventa sempre di più leader della squadra di Prandelli.

La Fiorentina non riesce a migliorare i risultati in stagione, continui squilibri in campo e fuori, cambi manageriali e poca convinzione saranno le cose da ricordare di un'annata terribile e insufficiente, ma tra le mani si ritrova un campioncino, che sicuramente farà parlare di sé. La splendida stagione del classe 2000, tra l'altro, fa presagire che al centro di molte trattative, in estate, ci sarà proprio lui che ha già realizzato ben 15 reti in questa stagione con la Viola e che non si vuole più fermare, vuole stupire ancora, vuole giocare ad alti livelli, vuole semplicemente diventare, da diamante grezzo, a campione.