Bisogno, povertà, necessità, lotta di classe: sono queste le pietre miliari della serie che in poche settimane ha fatto il giro del mondo arrivando a conquistare il primato di "serie più vista". A meno di un mese dal suo debutto su Netflix, Squid Game ha totalizzato circa 111 milioni di "visualizzazioni".

Perché Squid Game ha spopolato così tanto?

Squid Game ruota attorno al protagonista, Seong Gi-hun, un povero disoccupato e indebitato fino al collo che cerca di campare scommettendo sui cavalli.

Portando sulle spalle il peso di un divorzio e di una madre malata che necessita di cure costose, si ritrova stritolato da un sistema che non lo aiuta e che non ha pietà per i perdenti. Gi-hun decide quindi di partecipare ad un gioco che si svolge su un'isola segreta vicino a Seoul e che ha raccolto a sé tantissime altre persone in difficoltà proprio come lui. La posta in palio è miliardaria: chi vince rimetterà a posto per sempre la sua vita.

Vengono quindi firmati dei contratti prima dei partecipare i quali prevedono che i concorrenti che non terminano il gioco, verranno eliminati. Tuttavia, consci di star partecipando a un banalissimo contest, i concorrenti firmano senza remore, ignari del fatto che il gioco consiste in un vero e proprio "remake" di vecchi giochi d'infanzia che finisce per tramutarsi in sfide di sopravvivenza.

Al di là della trama che contiene una cruda critica a una società basata sulla disparità in generale, quello che colpisce è proprio il "senso comune" di essa: ricchi che schiacciano i poveri, lotte di classe e indebitamento sono tutti temi parecchio pressanti in Paesi come la Corea ma che, in fin dei conti, hanno una fortissima risonanza a livello globale. Qualcuno potrà dire "ma la trama rappresenta qualcosa di scontato e di già visto", oppure "ricorda Hunger Games". Vero. E allora cosa ha reso Squid Game così apprezzata?

Con un occhio attento si possono notare tantissime sfaccettature che, assieme al plot, contribuiscono a dare maggiore enfasi alla trama. Parliamo delle scenografie rese minuziosamente inquietanti, i colori pastello che regnano su tutte le scene, una cura quasi maniacale per i dettagli che scandiscono la vita dei giocatori.

Perché scegliere il meccanismo della sopravvivenza tra i giochi dello Squid Game?

Quello che fornisce Squid Game è appunto il meccanismo della sopravvivenza. Tralasciando la concezione per la quale ritrovarsi sull'orlo del baratro porta l'uomo a spingersi oltre i suoi limiti, il gioco al massacro piace perché dietro ad esso si intrecciano trame più complesse e nobili - come ad esempio le dinamiche di amore o amicizia - che si creano proprio per necessità e per natura umana (ed infatti la maggior parte dei giochi è a squadre).

Perché giocare in team se il vincitore dovrà essere soltanto uno? Ebbene, Squid Game lancia un messaggio molto chiaro: le altre persone, quelle con cui molto spesso si è costretti a dover lavorare, convivere o perfino "giocare" possono essere un'ancora di salvezza.

I giochi per i bambini e il loro mondo crudele: Squid Game amplifica la crudeltà

Un'altra domanda alla quale si è tentato di dare risposta è proprio quella sul senso dei giochi. Come poc'anzi detto, i concorrenti di Squid Game devono affrontare delle prove che gli sono molto familiari dal momento che si tratta di giochi che praticavano da piccoli.

Nonostante le numerose critiche, il regista di questo k-drama Hwang Dong-hyuk ha comunque deciso di dare ai giochi d'infanzia un volto nuovo e abbastanza crudele: l'innocenza dei giochi infantili nasconde la consapevolezza di un senso di impotenza. I concorrenti che "ritornano bambini" per un breve momento non hanno il pieno controllo delle loro vite e, nonostante possa sembrare semplice, in realtà viene esteso il senso di orrore e strazio.

E infatti il filo conduttore è uno: molte persone hanno vissuto esperienze di emarginazione, bullismo e fallimento durante i giochi d'infanzia e già da piccoli si sviluppa la consapevolezza che perfino dietro un mondo così innocente e puro si nascondono dosi di crudeltà.