Dieci sconfitte, sette pareggi e una sola vittoria: basterebbero questi numeri, da soli, a spiegare le grosse difficoltà del Cagliari nel girone d'andata di Serie A che si concluderà martedi 21 dicembre, quando i rossoblù sfideranno a Torino la Juventus di Massimilano Allegri.
In 18 partite giocate, la squadra di Mazzarri ha subito 38 gol (più di due reti a partita di media), segnandone solo 17 (9 dei quali siglati da Joao Pedro).
A vedere la rosa, la situazione sembra inspiegabile: i vari Godin, Cragno, Nandez e Pavoletti, sulla carta possono fare la differenza, ma nella sostanza paiono essere un po' spenti in queste settimane.
La 'girandola' di allenatori partita dopo l'esonero di Zenga
Il patron del club, Tommaso Giulini, divenuto Presidente nel club nel giugno del 2014, mostrò incertezze fin dal primo anno, quando chiamò sulla panchina della squadra Zeman, esonerato per ben due volte nell'arco della stagione e portando il Cagliari alla retrocessione. Nonostante questo però, Giulini all'epoca ebbe il merito di aver quantomeno tentato di dar vita a un progetto.
Prospettiva che invece ora pare mancare dalle parti di Asseminello da oramai due anni.
Nelle ultime due stagioni, infatti, il club sardo si è mosso quasi improvvisando. Nella stagione 2019-2020, infatti, Giulini chiamò (dopo l'esonero di Maran) Walter Zenga, al quale però non venne data la possibilità di sviluppare un progetto, né di costruire una squadra a sua misura, esonerandolo al termine della stagione (contraddistinta, fra l'altro, dal lungo stop causa lockdown).
L'esonero tardivo di Di Francesco e l'irriconoscenza verso Semplici
Altro errore di Giulini pare essere stato quello di aver esonerato troppo tardi Eusebio Di Francesco nella scorsa stagione. Il presidente, infatti, optò per il cambio dopo 16 partite di fila senza vittorie, quando oramai la squadra sembrava spacciata.
Sarebbe servito un piccolo miracolo, poi effettivamente compiuto da Leonardo Semplici, che portò il Cagliari a raggiungere una salvezza inaspettata.
Evidentemente, però, il miracolo non è bastato: dopo sole tre partite, infatti, all'inizio di questa stagione Semplici è stato esonerato. Al suo posto è stato chiamato Mazzarri, che di fatto si ritrova a dover giocare con una squadra costruita su misura per l'ex tecnico della Spal.
La classifica del Cagliari è frutto anche di errori durante il calciomercato
L'ultima sessione di calciomercato estiva ha visto la squadra sarda muoversi con una certa approssimatività. La dimostrazione più lampante è stata la cessione di Simeone all'Hellas Verona (ora tra i calciatori più prolifici del campionato), senza avere alcuna idea di chi prendere come sostituto: alla fine è arrivato Keita, nelle ultime ore di mercato, che non sta incidendo particolarmente.
Anche il mancato arrivo di Nainggolan ha lasciato dell' amaro in bocca ai tifosi, specie perché al suo posto non è arrivato nessun giocatore con caratteristiche tecniche simili, ossia da leader e trascinatore sia dentro che fuori dal campo.
Per tutti questi motivi i sardi sono arrivati alla debacle con l'Udinese 0-4 e alla penultima posizione in classifica, ancora più grave se si considerano le tante promesse (sempre annunciate e mai mantenute) arrivate negli anni dalla presidenza. Dal nuovo stadio al sogno della "Champions League per il centenario", il corso di Giulini in Sardegna pare aver portato ad oggi solo un miglioramento delle campagne comunicative e di marketing: basti pensare a quando, nell'estate del 2019, il Cagliari annunciava con il claim 'La Casa de Casteddu' (riprendendo la serie Netflix 'La Casa di Carta') i tanti acquisti che fecero (solo per qualche mese) sognare i tifosi rossoblù.
"Dalle stelle alle stalle": oggi il Cagliari è praticamemte a picco, con una serie di risultati negativi, nei quali ha spesso messo la faccia il ds Capozucca. Forse, vista la grave crisi, sarebbe stato più opportuno se a parlare con stampa e tifosi fosse stato proprio il Presidente.