In tempi di larghe intese, di aumento dell'Iva, di Imu che diventa Trise e di altri rospi da ingoiare, agli elettori e simpatizzanti Pd non rimane che consolarsi (e sperare in tempi migliori) con le prossime primarie. Per chi si fosse perso qualche puntata: si vota l'8 Dicembre, data che è valsa l'appellativo di primarie dell'Immacolata, per scegliere il nuovo segretario (il quinto in quattro anni) che rimpiazzerà Epifani, nominato reggente pro-tempore dopo la rovinosa débacle bersaniana alle elezioni di Febbraio.

Tra shopping e addobbi natalizi insomma, qualche milione di italiani, l'ultima volta furono più di tre, si recherà alle urne dopo aver versato l'obolo di due euro ed essersi iscritto nell'"Albo pubblico delle elettrici e degli elettori" del Partito Democratico, procedura da svolgere rapidamente in loco.

Sono quattro i temerari che tenteranno di rimettere in rotta un partito passato rapidamente dalla "vocazione maggioritaria" allo "smacchiamo il giaguaro":

Matteo Renzi: Il sindaco di Firenze è, ovviamente, il super favorito per la vittoria: giovane, brillante, risposta pronta, piace a tutti. In più ha quello che in gergo si chiama vantaggio dell'incumbent: avendo già partecipato alle ultime primarie di coalizione (e praticamente a tutti i talk show esistenti) è stranoto al grande pubblico e tutti ormai si sono fatti un'idea sul suo programma (cosa che non si può certo dire per gli altri). Il ruolo di segretario di partito mal gli si addice, ma con Letta saldamente in sella ha dovuto rivedere la strada per palazzo Chigi passando dalla segreteria di largo del Nazareno. Dapprima inviso alla stragrande maggioranza della nomenklatura Pd, dalla Bindi alla Finocchiaro a Fioroni, vuoi per la rottamazione, vuoi perché accusato di non essere abbastanza di sinistra, dopo la "non vittoria" di Bersani lo sport preferito fra i notabili del partito è diventato il salto sul carro (o sul camper) del vincitore, e chi ieri lo tacciava di berlusconismo oggi lo incensa come il salvatore della patria, con buona pace della coerenza. Ma si sa, quando la nave affonda....
TOP: comunicatore e showman nato: l'unica carta in mano al Pd per sperare di arrivare a palazzo Chigi.
FLOP: Pragmatismo? No grazie. Vedi "le praline dell'ovvio" di Crozza
SLOGAN: L'Italia cambia verso. 


Gianni Cuperlo: Il più oscuro fra gli oscuri uomini d'apparato, politico di professione in perfetto stile prima Repubblica, nonostante sia solo 52enne, Cuperlo è quanto di più lontano da Renzi si possa immaginare: voce flebile e impacciato nei talk show, che pure ha incominciato a frequentare per dovere d'ufficio, "R" moscia, volto piuttosto anonimo tanto da essere scambiato per Padre Georg Ganswein (assistente dell'ex Papa Ratzinger) negli studi di La7 da un operatore. Punta esclusivamente alla segreteria di partito ed è l'unico che garantisce una certa continuità con il passato, sarà per questo che è appoggiato da buona parte degli ex Ds (e quasi ex "big") democratici. Nel malaugurato caso di una sua candidatura alle elezioni sarebbe sbranato dal giaguaro molto più violentemente di quanto non lo sia stato Bersani. Ultimo segretario della Fgci ai tempi di Occhetto, ha ricevuto l'endorsement di D'Alema, il che (se non bastasse il resto) lo destina a sconfitta certa.
TOP: unico pericoloso ex comunista, se non altro per la gioia di Berlusconi.
FLOP: garanzia di anonimato.
SLOGAN: Bello e democratico. 


Pippo Civati: Il ragazzo è in gamba, peccato che a chiunque domandi cosa ne pensi di lui (a parte gli iscritti al pd) ti risponda  "Civati chi?". Classe 1975, laureato in filosofia, brianzolo, uno dei pochi a non aver dato la fiducia a Letta (merito o colpa? Ad ognuno il suo giudizio). Più a sinistra di Renzi, forse anche del Pd stesso, organizza col sindaco di Firenze le prime convention dei "rottamatori" alla Leopolda nel 2010 per poi prenderne le distanze. Esperienza politica: è consigliere regionale al Pirellone dal 2005 al 2013, coordina la campagna delle primarie per Marino nel 2009. Fra i temi che rilancia c'è l'abbassamento del cuneo fiscale con la riforma dell'Irpef, una più stretta alleanza con Sel, e ovviamente la critica all'attuale gruppo dirigente del Pd. Il tutto fin troppo sommessamente. Potrebbe però rivaleggiare con Renzi e rappresentare una sorpresa inaspettata se una parte consistente del cosiddetto zoccolo duro, della base, i circoli, i militanti Pd a cui l'enfant prodige fiorentino proprio non va giù (ma sono sempre meno) decidessero di appoggiarlo in funzione anti-Rottamatore. Su Facebook è prontamente nato un gruppo in suo sostegno, i "Gattini per Civati", volto ad assicurare a Pippo quella notorietà mediatica che gli manca e che come si sa solo gli amici felini sono in grado di assicurare.
TOP: Concreto e chiaro, qualcosa che nel Pd non si vedeva da anni.
FLOP: Mediaticamente non pervenuto, se non sul web.
SLOGAN: Le cose cambiano, cambiandole.


Gianni Pittella: Eurodeputato, vicepresdente del parlamento europeo nonché ignoto praticamente a tutti, forse anche a quelli dello stesso Pd, perchè l'importante è partecipare e quindici minuti di notorietà non si negano a nessuno. Primo ad essersi candidato quando ancora Bersani faceva gli streaming coi 5 Stelle, è supportato nella sua corsa alla segreteria da comprovati statisti quali Peppe Russo, Salvo Andò, Lino Duilio, Mercedes Bresso, nonché da sua madre e forse dal suo parrucchiere. Il suo progetto politico? Bissare il successo di Tabacci alle primarie dello scorso anno. Qualcuno gli dica com'è andata.
TOP: ?
FLOP: ''La corsa per la segreteria del Pd? Non è facile, ma non è impossibile" (Ipse dixit)
SLOGAN: Il futuro che vale. 


E Fabrizio Barca? Grandi cose ci si aspettava dall'ex ministro per la coesione territoriale figlio di Luciano Barca (storico dirigente Pci), iscrittosi al Pd terminata l'esperienza di governo. Per ora solo 55 pagine dell'oscuro manifesto "Un partito nuovo per un buon governo", in cui si discetta di "catoblepismo" e "mobilitazione cognitiva". Probabilmente ha deciso di rinunciare quando, girando le università e i circoli per tentare di spiegarlo, ha visto le reazioni che suscitava.