Continua a tenere banco la riforma della giustizia: l’intervento effettuato ieri alla Camera dal Ministro della giustizia Annamaria Cancellieri ha infatti riacceso i riflettori sulla necessità di provvedere ad un riassetto della giustizia italiana, con particolare attenzione ad amnistia, indulto e sovraffollamento carceri.
Troppi i processi pendenti (circa 9 milioni tra civile e penale), troppo il lavoro per gli uffici giudiziari, ecco che solo un riassetto con tanto di redistribuzione del lavoro tra le diverse risorse potrebbe garantire una risoluzione definitiva del nodo giustizia.
Giustizia, amnistia e indulto: ddl in discussione al Senato, ok alla riforma di custodia cautelare
Quest’oggi la Commissione Giustizia del Senato della Repubblica prenderà in esame il ddl presentato dai senatori Manconi, Compagna, Barami e altri in merito alla concessione di amnistia e indulto; via libera invece dalla Commissione Giustizia di Palazzo Madama sulla riforma della custodia cautelare.Giustizia, amnistia e indulto: Radicali e Cancellieri premono, il tempo stringe
Quest’oggi i Radicali hanno dato vita ad altre manifestazioni pro amnistia e indulto: obiettivo accelerare la calendarizzazione in Parlamento della discussione, con lo stesso Ministro della giustizia Cancellieri ad aver ancora una volta ribadito il proprio si: ‘L'amnistia sarebbe importante per i processi, l'indulto per il sovraffollamento’.Chiamata ad esprimersi ieri alla Camera, la Cancellieri ha fatto il punto della situazione evidenziando come si stiano già vedendo i primi tenui risultati dopo l’approvazione del dl emergenza carceri dello scorso dicembre; circa 2000 detenuti in meno erano infatti presenti al 9 gennaio 2014 rispetto alle stime di fine 2013, ma questi numeri sono ancora molto lontani dagli standard richiesti dall’Europa.
Il tempo stringe ed entro maggio l’Italia è chiamata a provvedere mostrando di aver risolto il problema del sovraffollamento delle carceri: indulto ed amnistia rappresenterebbero forse gli unici due strumenti grazie ai quali potersi adeguare agli standard richiesti, quel che è certo è che senza una riforma della giustizia radicale e strutturale il problema si ripresenterà tra qualche tempo.
Nodo al momento insormontabile però il parere negativo del segretario del Pd Matteo Renzi, chiamato tra l’altro in queste ore a sbrogliare l’affaire legge elettorale; dopo le dimissioni di Cuperlo, l’Italicum deve infatti attraversare l’iter parlamentare, con pesanti dubbi di incostituzionalità ad aleggiare già sulla manovra.
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