Le elezioni europee 2014 vedranno il Partito Democratico nella scomoda (da un punto di vista elettorale) posizione di unico grande partito convintamente europeista. Posizione che è sempre stata parte del Pd e che l'arrivo di Matteo Renzi alla segreteria non ha certo cambiato. In Europa, però, il Pd ha da sempre il problema della collocazione nei vari eurogruppi.
La fusione tra ex Pci ed ex Dc ha lasciato infatti irrisolta una questione di primaria importanza: l'adesione al Pse. Le ultime voci parlando di un Pd ormai convinto di dover aderire al Pse e, da parte sua, un Pse disposto ad aggiungere un "democratico" al nome (che diventerebbe quindi Partito Socialista e Democratico Europeo) per non innervosire l'area cattolica del Pd.
Non che adesso le cose siano poi così diverse, dal momento che la collocazione europea del Pd è nell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Un gruppo politico che al suo interno ha tutti i partiti del Pse (e che nel Pse rimangono) più il Partito Democratico italiano (e anche cipriota e lettone). La questione dovrebbe comunque trovare soluzione in tempo per il congresso del Pse di Roma che parte il 28 febbraio che lancerà Martin Schulz come candidato alle elezioni europee per il Pse.
Al di là di queste questioni comunque non di secondo piano, qual è il programma del Pd in vista delle elezioni europee 2014? Le posizioni del Partito Democratico per quanto l'Europa non sono cambiate nel corso del tempo.
Si punta a rafforzare la posizione dei progressisti di tutta Europa in modo da rafforzare l'euro e arrivare a una vera integrazione politica, economica e fiscale. Si punta inoltre a "portare a compimento le premesse della moneta unica", il che significa rendere l'Europa un continente unito da un punto di vista anche politico e culturale, e non solo monetario. Per poi arrivare idealmente alla costituzione degli Stati Uniti d'Europa.