I Sondaggi politici Emg di dicembre 2015 mostrano come la Lega Nord riprenda a crescere, ai danni soprattutto del Movimento 5 Stelle, che dopo settimane di crescita inarrestabile mostra una prima battuta d'arresto. Scende leggermente ancheil Partito Democratico, mentre tra i partiti minori sembra restare tutto sostanzialmente invariato.
La crescita, nei sondaggi politici, della Lega Nord è un segnale importante per il Carroccio, che era rimasto bloccato attorno al 14/15% almeno da marzo di quest'anno. Questa settimana, invece, i sondaggi mostrano una crescita di mezzo punto che porta il partito di Matteo Salvini fino al 16,4%.
Facile immaginare che la Lega abbia beneficiato dell'emergenza terrorismo e che abbia avuto anche un traino grazie al successo del Front National in Francia, previsto da lungo tempo da molte rilevazioni.
Importante, sempre nel campo del centrodestra, notare lo stato di salute di Forza Italia (11,9%) e Fratelli d'Italia (4,7%). Si tratta di numeri importanti, visto che è molto probabile che alle prossime elezioni questi tre partiti (Lega, FI, FdI) si presenteranno con un listone unico, che secondo questi dati raggiungerebbe il 33%.
Una forza numerica da prendere in considerazione, quindi, visto che si tratta di numeri più alti di quelli ottenuti dal Partito Democratico, che nei sondaggi politici perde tre decimali e scende al 30%, e anche del Movimento 5 Stelle, che frena la sua salita rimanendo sostanzialmente fermo al 27,8%.
In un possibile ballottaggio, quindi, i protagonisti potrebbero essere Partito Democratico e il listone di centrodestra. Se fosse questo lo scenario, sarebbe il Partito Democratico a conseguire la vittoria: 51,3% contro 48,7%. E se invece fosse il Movimento 5 Stelle ad arrivare al ballottaggio? Secondo i sondaggi, in quel caso la vittoria andrebbe al partito di Beppe Grillo, che conquisterebbe il 52,5% dei consensi, contro il 47,5% a cui si fermerebbe il Partito Democratico di Matteo Renzi.
Secondo molti analisti, infatti, al ballottaggio il Movimento 5 Stelle godrebbe del grosso vantaggio di saper conquistare voti sia a destra, sia a sinistra; riuscendo così a superare (anche abbastanza agevolmente) il Partito Democratico.