Un argomento divenuto molto attuale è il sussidio che prima era definito "indennità di disoccupazione" e che ora crea un interrogativo, in primo luogo riguardo ai termini utilizzati per riferirsi ad esso.
Vengono infatti utilizzate varie parole parlando dell'argomento, quali "reddito di cittadinanza", "reddito garantito", "reddito minimo garantito", ma anche "reddito minimo d'inserimento", "reddito di base incondizionato" o impropriamente "reddito di disoccupazione" poichè è stato considerato che vi possa accedere anche chi lavora ma percepisce uno stipendio basso. Ecco le differenze sostanziali tra i termini che capita più spesso di sentire.
Il reddito di cittadinanza è la definizione più usata ma quella che non sarà attuata concretamente poichè esprime il diritto al reddito, concetto più etico-filosofico che politico-economico, diritto che deve garantire la stessa cifra di sussidio a qualunque cittadino senza distinzioni di età, sesso o condizione economica.
Il reddito minimo garantito: indicato anche come reddito minimo di inserimento perchè in relazione con la situazione professionale individuale e col livello di reddito percepito ai fini dell'inserimento lavorativo. La sua attuazione sarebbe un'ipotesi più fattibile rispetto al reddito di cittadinanza e andrebbe a rivedere l'odierna indennità di disoccupazione. Tutto ciò a condizione che il disoccupato dimostri voglia di lavorare cercando ed accettando qualunque impiego, anche a rischio di avviare un rapporto di lavoro con un datore che tiene in considerazione solo i propri interessi.