L'attore Richard Gere durante il suo soggiorno in Italia è stato ospite alla 44esima edizione del Festival di Giffoni. Poi a quello di Roma, dove ha ricevuto il premio Marc'Aurelio e la Lupa consegnatagli personalmente dal sindaco. Gere è stato lieto di incontrarlo di nuovo perché Ignazio Marino durante il primo incontro aveva dimostrato di essere informato sul Tibet. Entrambi i premi, ha detto l'attore, sono per lui molto significativi ed è legato all'Italia. Qui, infatti, nel 1979 ricevette il suo primo premio internazionale: il David di Donatello. A Giffoni lo hanno accolto con affetto 5000 adolescenti di ogni nazionalità con la passione per il Cinema, e lui si è dimostrato disponibile a rispondere alle loro domande. Uno di loro, un americano col sogno di diventare attore, gli ha chiesto un consiglio a cui Gere ha risposto: "Impara a fare il calzolaio, gli attori oggi sono tutti disoccupati, ma se hai l'ossessione per la recitazione, continua. Prima o poi arriverai". Rivela poi che "sono stato fortunato perché ho lavorato ad Hollywood nell'età dell'oro del cinema con gli Studios pronti a correre rischi che producevano film bellissimi, ricchi di contenuto. Oggi fanno blockbuster farciti di effetti speciali, mentre quel cinema è rimasto appannaggio degli indipendenti che hanno pochi soldi e tempi strettissimi".
E precisa che Hollywood non è un mostro vorace, incompatibile con il pacifismo che è alla base della religione buddista. "E' solo un posto dove si fanno i film, niente di più". Gere ha raccontato che gli arrivano tanti copioni per rappresentare il Tibet sul grande schermo, ma ha detto che preferisce prestare ai documentari la sua voce perché "hanno una capacità eterna di raccontare la verità".
Riguardo alla violenza che in alcune parti del mondo porta a combattere le guerre, risponde: "La violenza non ha senso, non risolve i problemi. È una reazione emotiva e superficiale. Il mio maestro giapponese zen mi ha insegnato a spegnere l'impulsività: basta limitare i respiri a sette al minuto". Ad un altro adolescente che gli chiede come ridurre l'uscita di film violenti, dice: "Non andate a vederli e piano piano non si faranno più". Ha poi esortato il giovane pubblico a dare valore al senso di responsabilità, raccontando che lui stesso si è sempre impegnato per interpretare al meglio i vari ruoli "all'inizio, come tutti gli attori, per diventare
famoso ma oggi lo faccio per dare uno scopo alla mia vita, non per la carriera. Il senso di responsabilità non mi abbandona mai". Nel salutare i giovani fans ha sottolineato l'arricchimento personale ottenuto dal rapporto con adolescenti di altri Paesi, dicendo loro: "Ragazzi, parlate lingue diverse e qui state imparando a
confrontarvi: la vostra esperienza è importantissima e nel futuro potrà incidere sui destini del mondo".