Il 'controllore speciale' dell'Expo 2015, nominato pochi giorni fa per supervisionare l'assegnazione degli appalti, Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anti-corruzione, attacca il decreto legge anti-corruzione che sarà in aula parlamentare dal 27 maggio.

Cantone scettico sul Dl anticorruzione

"Alla fine avremo una legge spot" questa è il pensiero di Cantone che chiede al parlamento di pensare "al tema generale non al fatto specifico dell'Expo 2015 - prosegue - non facciamo una legge sull'emergenza". Il magistrato è certo che il decreto ormai "sarà approvato" ma è in dubbio sulla validità dei suoi contenuti "inutile, se non troviamo come contrastare la corruzione, fare delle manifestazioni di un principio etico".

Passa poi a parlare delle nuove norme, in corso di attuazione in Senato, sull'antiriciclaggio definendola "inapplicabile, non è un meccanismo abbastanza preciso - prosegue il presidente Anac - la corruzione va combattuta tutti i giorni". Cantone si professa anche sull'Expo affermando di non avere intenzioni di fare nessuna gita milanese e di volere pieno controllo e indipendenza della gestione del proprio ruolo.

La risposta di Grasso

Un attacco diretto alle istituzioni che viene accolto dal presidente del Senato, Pietro Grasso, nonché il firmatario del disegno di legge. "Lo presentai il primo giorno da senatore di questa legislatura" afferma Grasso "il testo è stato stravolto non è più, neanche, lontanamente vicino all'originale".

Grasso continua descrivendo a Cantone che il suo testo originale prevedeva "di qualificarlo come un reato contro l'ordine economico finanziario e non come reato contro il patrimonio". Poi anche il presidente del Senato fa avanti il proprio augurio che si riesca presto a regolamentare meglio i reati di riciclaggio, corruzione e falso in bilancio.