Come senz'altro saprete, uno dei provvedimenti più discussi contenuti nell'ultimo decreto Irpef del governo Renzi è quello che riguarda il tetto massimo di 240 mila euro agli stipendi dei manager pubblici: le proteste che hanno accompagnato questa decisione del presidente del Consiglio si sono trascinate per settimane.
E i parlamentari? Vale anche per loro il limite imposto ai dirigenti della Pubblica Amministrazione? Vediamo.
Governo Renzi, Camera e Senato, accordo beffa sul tetto dei 240 mila euro?
L'indiscrezione viene riportata sul numero odierno del quotidiano 'Libero' dove si parla della promessa fatta il 9 marzo scorso dalla vicepresidente della Camera, Marina Sereni. 'Rassicuro@matteorenzi - si legge in un tweet - anche le Camere avranno il tetto agli stipendi dei dipendenti. Nessuno può tirarsi indietro'.
Detto, fatto. Il contrario. Infatti, secondo 'Libero', lunedì scorso si sono incontrate le delegazioni degli uffici di presidenza di Camera e Senato, siglando un accordo beffa che prevede sì il tetto massimo di 240 mila euro come stipendio per i parlamentari ma al 'netto dei contributi previdenziali' che farebbero lievitare, in media, di altri 40 mila euro i compensi annuali.
Fatti due conti, si arriverebbe a 280-300mila euro. Basta così? Nossignori. Ad una beffa non può che aggiungersene un'altra, quella della cosiddetta 'indennità di funzione': si parla di un altro aumento che va dai 15 ai 60 mila euro lordi all'anno.
E concludiamo con la classica ciliegina sulla torta: la revisione degli stipendi assumerà carattere di 'contributo straordinario di solidarietà' (dunque temporaneo) e sarà 'spalmato' nell'arco di quattro anni, fra il 2014 e il 2017.