I responsabili principali di quello che appare come lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori, con la proposta di abolire l'articolo 18, sono i sindacati storici. L'accusa di Luigi Di Maio è diretta, senza retorica e mira dritta al cuore del vero problema italiano. Una classe sindacale che da tempo non è più la paladina dei diritti dei Lavoratori ma l'anticamera della politica. Il vicepresidente della Camera da Napoli Luigi Di Maio lancia la sua durissima requisitoria dal palco organizzato per la tre giorni di dibattiti organizzati dal M5S.



La resa

Ai tempi del Ministro Tiziano Treu avrebbero potuto e dovuto intervenire per bloccare la legge dell'allora ministro del lavoro, esponente liberista del centrosinistra più avverso alla parte sociale dei lavoratori stessi. L'opera di demolizione del Welfare tanto cara all'Europa comincia con lui e con Prodi. Dove erano i sindacatiallora, si chiede il deputato pentastellato? "Noi dobbiamo fare in modo di dare pari diritti a tutti e invece questi si sono messi in mente di togliere diritti a chi li ha!" Chiarisce poi il concetto che non sarà la Troika a succedere a Renzi perché è lo stesso ex sindaco di Firenze ad esserne il commissario liquidatore dell'Italia. L'accusa è chiara e precisa, lui è lì senza nessuna legittimazione di voto a fare gli interessi della Ue e se gli insegnanti dovranno rifare i concorsi beh, pazienza.

Da un lato combatte la precarietà e dall'altro la incentiva. Un premier ormai in confusione che va assolutamente tolto da quel posto al più presto!

Fermare i sindacati

Ancora più diretto e stringato l'intervento del Presidente della Commissione di Vigilanza RAI, Roberto Fico. Richiama i 50 anni di lotte necessarie dei lavoratori per ottenere l'articolo 18, mentre per i sindacati sono bastati 50 giorni per svenderli ai datori di lavoro.

I sindacati vanno fermati o messi in condizione di non nuocere più di tanto, nonostante la Camusso tenti di smarcarsi dalle altre due sigle Uil E Cisl. Il M5S ribadisce la sua ferma e determinata opposizione ad un Pd che sta sfasciando tutto quanto di poco è rimasto del Welfare in nome di una cessione di sovranità che assume sempre di più i contorni di una resa totale.