La Camera dei Deputati, presieduta da Laura Boldrini, ha approvato ieri, nell'ambito dell'esame del ddl sulle riforme costituzionali, anche l'articolo 18 del testo, quello relativo ad amnistia e indulto su cui anche in commissione Affari costituzionali, durante la votazione degli emendamenti, si erano registrati scontri tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Riforme, approvato alla Camera l'articolo 18 su leggi di amnistia e indulto

Adesso, seppur tra le polemiche e le delusioni per la mancata approvazione di diversi emendamenti, l'aula di Montecitorio ha dato il via libera alle nuove norme costituzionali per la concessione dei provvedimenti di clemenza generale ad efficacia retroattiva.

Secondo quanto previsto dall'articolo 18 del ddl riforme - presentato dal ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi e poi modificato in sede di esame nelle commissioni parlamentari di Camera e Senato - ad avere il potere legislativo sui provvedimenti di amnistia e indulto non sarà più la maggioranza dei due terzi del Parlamento (come previsto attualmente dalla Costituzione), ma soltanto la Camera dei Deputati.

Indulto e amnistia, riforme: il nuovo Senato non avrà più potere legislativo

Non avrà potere di legiferare su indulto e amnistia, infatti, il nuovo Senato "non elettivo". Inoltre, non potranno essere indetti referendum o leggi di iniziativa popolare per la concessione di amnistia e indulto, così come proponevano alcuni emendamenti all'articolo 18 del ddl riforme su cui è saltato il cosiddetto Patto del Nazareno tra il premier e leader del Pd Matteo Renzi e l'ex premier e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

L'accordo tra i due, secondo i più maliziosi e anche secondo il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, prevedeva anche un "patto sulla giustizia" che avrebbe possibilmente incluso anche indulto e amnistia di cui l'ex Cavaliere avrebbe bisogno dopo aver già beneficiato dell'indulto del 2006, di diverse prescrizioni, della nuova legge sulle pene alternative e la messa in prova ai servizi sociali, dell'istituto della liberazione anticipata e dopo che l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto no all'ipotesi grazia.

E non sarà certo il nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella a concedere la grazia (misura di clemenza individuale) al presidente di Forza Italia.

Amnistia e indulto 2015, prosegue l'esame dei quattro ddl al Senato della Repubblica

Intanto, mentre si dà il via libera alle nuove norme costituzionali per leggi di clemenza, prosegue in commissione Giustizia al Senato della Repubblica, con le leggi attuali, l'esame dei quattro ddl per la concessione di amnistia e indulto 2015 presentati dai senatori Luigi Compagna, Enrico Buemi, Luigi Manconi, Lucio Barani più altri cofirmatari.

I quattro disegni di legge sono all'ordine del giorno dei lavori previsti per martedì 17 febbraio. I relatori dei quattro ddl 20, 21, 1081 e 1155 - predisposti dopo la sentenza Torreggiani e dopo il messaggio alle Camere di Napolitano sul sovraffollamento carceri - sono la senatrice Nadia Ginetti del Partito democratico e il senatore di Forza Italia Ciro Falanga, invitati da tempo dal presidente della commissione Francesco Nitto Palma (FI) a presentare un nuovo testo unificato per amnistia e indulto di cui però ancora non si vede nemmeno l'ombra.