La scorsa notte alla Camera dei Deputati durante la seduta fiume sulle riforme costituzionali alcuni deputati sono arrivati alle maniere forti. Il vice presidente di turno Roberto Giachetti ha dovuto anche sospendere la seduta per alcuni minuti, per far si che venisse ristabilita la calma.
Protagonisti della baruffa sono stati alcuni deputati di Sinistra Ecologia e Libertà e del Partito Democratico. Ad infierire il primo colpo verbale sarebbe stato il deputato Sel, che avrebbe urlato al suo collega "Pezzo di m...". Da lì la situazione è si è accesa: sono volati schiaffi e pugni tra i due e tra i rispettivi colleghi accorsi a dar sostegno ai propri compagni di partito che nel frattempo si erano accartocciati, salendo persino sui banchi.
La miccia era stata accesa però dai deputati del Movimento 5 Stelle, che erano presenti in aula senza però prendere parte al voto. I pentastellati hanno messo su un una vera bagarre, con tanto di frastuono e cori: "onestà, onestà". Impedendo di fatto discussioni e votazioni. Durante la contestazione il deputato del Movimento 5 stelle Manlio Di Stefano ha anche pubblicato un fotomontaggio raffigurante il Duce con lo stemma del Partito Democratico sul cuore (foto).
Nel motivare la sospensione della seduta, il vicepresidente Roberto Giachetti ha risposto che "neanche ai tempi del fascismo si impediva di parlare" e che non avrebbe accettato un simile comportamento antidemocratico. Cinque sono state le espulsioni dall'aula.
Da due giorni alla Camera dei Deputati è in corso una seduta fiume. Questa scelta necessaria per approvare in modo celere le riforme costituzionali ha causato sin dall'inizio le prime baruffe.
Ieri notte il remake. Rotto l'asse con Forza Italia a seguito dell'elezione di Sergio Mattarella come tredicesimo Presidente della Repubblica, il Pd ha cercato di coinvolgere il M5s.
Il dialogo è stato portato avanti e fino ad un certo momento era anche sembrato che tra Pd e M5s ci fosse stata una sorta di convergenza. E' stata poi la pentastellata Fabiana Dadone a comunicare l'esito negativo della trattativa e che il m5s avrebbe continuato l'atteggiamento ostruzionista.
Tra i punti che i grillini hanno chiesto per scongelare i propri voti e per ritirare i propri emendamenti c'è quello di istituire un referendum popolare senza quorum, simbolo della democrazia diretta tanto decantata tra i pentastellati.
Sul tavolo delle trattative anche l'obbligatorietà dell'esame delle leggi di iniziativa popolare e la possibilità della minoranza di ricorrere alla Corte Costituzionale per i provvedimenti emessi dalla maggioranza.
Il punto di rottura è stato il diniego a valutare positivamente l'emendamento sul referendum popolare.
La conseguenza più diretta sarà ora il forte ostruzionismo da parte del Movimento 5 Stelle e il relativo pantano nei lavori parlamentari. Profetico, in tal senso, è stato Renato Brunetta "E' una palude" il tweet alle 21,30 del capogruppo alla Camera dei Deputati di Forza Italia. L'oggetto era naturalmente la situazione tra i gruppi parlamentari. Non aiuteranno i problemi interni: con il Pd alle prese con i mal di pancia della minoranza sulla richiesta di modifiche alle riforme costituzionali.
Con Forza Italia scissa tra chi voleva restare all'interno del Patto del Nazareno, chi vuole l'asse con la Lega di Matteo Salvini e chi non vuole nessuna della due. E con il M5s che balla sulle macerie della rottura del patto Renzi-Berlusconi.