Da un resoconto compilato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE) emerge una tabella alquanto preoccupante per le condizioni economiche e morali del nostro Paese. Secondo un sondaggio contenuto nel documento Cubbing Corruption, la percentuale della corruzione istituzionale in Italia è pari al 90%. Il paradosso è che, stando alle statistiche del documento, l'Italia si trova in cima alla lista insieme a Portogallo e Grecia per lo sviluppo delle risorse economico - finanziarie, sebbene però poi manchino nei fatti, concrete opportunità di lavoro e anche adeguatamente remunerate.
La Svezia ad esempio ha una percentuale minima rispetto alle nazioni del Mediterraneo, eppure in terra scandinava tutto procede nel modo migliore e senza devianti meccanismi di garanzie. L'Italia si contraddistingue anche per una massima fiducia al governo, la più alta rispetto Portogallo e Grecia, ottenuta in accordo con altre forze partitiche o macro-organismi di potere, attraverso l'uso di denaro.
Dialettiche capillari - Il 90 % della corruzione in Italia è un dato affiorato non solo su scala nazionale, ma anche locale. Nelle piccole realtà regionali, specie se queste a Statuto Speciale come la Sicilia, le trame di potere si infittiscono specie se manca la presenza dello Stato capace di coordinare e gestire i vari reparti politico - territoriali.
Il governo nazionale riceve più del 30% di voti perché gode di un principio di partenza, fondato sul sistema di corruzione. L'OCSE ha messo in luce una relazione sottile tra fiducia alle istituzioni di tipo nazionale o regionale, con la corruzione percepita. Praticamente più alto è il numero di corruzione, più ci saranno maggiori possibilità di ricevere legittimazioni per la guida del Paese.
Appuntamento al 27 aprile con la legge elettorale
A palazzo Madama, sede del Senato, tiene banco la questione relativa alla legge anti-corruzione con la votazione degli emendamenti dell'Articolo 1. L'articolo primus è stato approvato, ed anche il secondo. Martedì prossimo si riprenderà con il voto finale.
In sostanza si chiedono l'aumento dell'interdizione, aumento in relazione alla gravità del reato, si parla di mesi o anni. Matteo Renzi ha già calendarizzato il giorno della legge elettorale alla Camera, prevista questa per il 27 aprile.