Sono trascorsi undici anni da quando la classe politica di maggioranza pro tempore nonostante il parere contrario dell'opposizione, delle Associazioni a favore dell'acqua pubblica e di tutta la popolazione calabrese, nonché del personale dipendente dell'Ente regione adibito alla gestione dello schema idrico del territorio, il primo novembre 2004 dispose il trasferimento del Servizio Idrico, dall'Ente Regione alla SO.RI.CAL S.p.A. - Società Risorse Idriche Calabresi, la Società a capitale misto, pubblico-privato per la gestione dell'approvvigionamento e la fornitura all'ingrosso dell'acqua a uso potabile sul territorio della Regione Calabria.

Una Convenzione mai rispettata

La convenzione sottoscritta da SO.RI.CAL prevede che per un periodo di trenta (30) anni il complesso infrastrutturale delle "Opere idropotabili Regionali" ed il connesso servizio di fornitura all'ingrosso ai Comuni venga gestito e condotto da "Acque di Calabria" S.p.A. che detiene il (46,5%) delle azioni. La convenzione recita inoltre che SO.RI.CAL "deve attuare" un articolato piano d'investimenti, finalizzato al completamento del complesso delle opere idriche ancora cantierate e la normale attività di manutenzione ordinaria e straordinaria per il mantenimento in buono stato dello schema idrico (come previsto dal contratto).

Nulla di quanto prestabilito e sottoscritto dalle parti è mai stato attuato.

L'Amministrazione SO.RI.CAL, attualmente in regime di commissariamento a causa delle note vicende giudiziarie, ha letteralmente disatteso la Convenzione, lasciando nel totale abbandono le opere acquedottistiche, le quali hanno raggiunto un alto livello di degrado che renderà entro poco tempo inutilizzabili molti impianti di sollevamento e i relativi serbatoi collegati.

I Funzionari della Regione preposti alla sorveglianza si limitano a osservare

In questa squallida vicenda l'Ente Regione Calabria, preposto alla vigilanza sul rispetto della Convenzione, si limita soltanto a segnalare periodicamente alle Autorità Superiori lo stato (pessimo) in cui versano gli acquedotti. Senza che da questo scaturiscano interventi di richiamo e le dovute sanzioni previste.

Per farla breve, la SO.RI.CAL non fa nulla per evitare il deterioramento patrimoniale acquedottistico, ma neanche i Funzionari della Regione Calabria preposti all'alta sorveglianza si adoperano con autorevolezza e consapevolezza affinché non accada l'irreparabile.

Sembra che ci sia una sorta di complicità tra Pubblico e Privato al fine di contribuire sinergicamente al deterioramento del patrimonio acquedottistico, realizzato in parte dall'ex Cassa Per Il Mezzogiorno. Opere prestigiose e tecnologicamente all'avanguardia che a seguito del totale abbandono sono diventante un ammasso di ferro vecchio e calcinacci. Sarebbe opportuno che il governatore della Calabria Mario Oliverio intervenga immediatamente, prima che sia troppo tardi.

Prima che i danni al patrimonio diventino irreparabili e la loro ricostruzione ex novo, diventi obbligatoria, con la conseguente penalizzazione dei cittadini che dovranno farsi carico come di solito avviene, delle spese per la ricostruzione.