E' stato raggiunto uno storico accordo tra Iran e potenze mondiali capeggiate dagli Usa: in cambio della revoca delle sanzioni Teheran dovrà rinunciare, per almeno 15 anni, allo sviluppo della bomba atomica, mentre potrà continuare a portare avanti, sotto il rigido controllo dell'Onu, i suoi programmi nucleari normali. I negoziati, che erano ripartiti due anni fa con nuovo vigore dopo l'elezione di Rohani alla presidenza dell'Iran, si sono ora conclusi felicemente liberando di fatto il Paese degli ayatollah dall'isolamento internazionale in cui era finito.

Infatti, oltre alla revoca delle sanzioni, Teheran tornerà in possesso di almeno 100 miliardi congelati all'estero e potrà di nuovo esportare petrolio. In cambio, oltre alle già citate restrizioni in ambito di sviluppo nucleare, l'Iran dovrà rispettare ancora il divieto di importare ed esportare armi per altri 5 anni, comprese le tecnologie balistiche, vietate per altri 8 anni.

I commenti americani e israeliani

Il presidente Usa Obama ha subito commentato l'accordo parlando di una "nuova direzione storica" e, almeno nelle sue intenzioni, questa intesa dovrebbe portare a nuovi scenari ed equilibri strategici in tutto il Medio Oriente. In primis, tutto ciò dovrebbe fermare il conflitto tra sciiti e sunniti, limitando, di conseguenza, l'espansione dello Stato islamico.

Inoltre, un Iran meno ostile potrebbe rilanciare il negoziato di pace fra israeliani e palestinesi, anche se il premier israeliano Netanyahu ha bollato l'accordo come "una minaccia alla sicurezza di Israele e del mondo intero".

I commenti del resto del mondo

Il presidente iraniano Rohani ha definito l'intesa un "nuovo capitolo" nei rapporti tra l'Iran e il resto del mondo.

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha espresso l'augurio che questo passo avanti porti ad una maggiore comprensione reciproca e giovi alla sicurezza in Medio Oriente. Infine, l'Alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, ha detto che si tratta di un buon accordo per tutte le parti che produce anche ottime garanzie sull'impossibilità, da parte dell'Iran, di produrre la bomba atomica (almeno nei 15 anni sanciti dall'intesa).