L'Iran e i paesi facenti parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Stati Uniti, Francia, Cina, Russia, Regno Unito), più la 'solita e onnipresente' Germania e coordinati dall'Alto rappresentante per la politica estera UE, Federica Mogherini, hanno raggiunto un accordo ieri 13 luglio in merito al controverso programma nucleare iraniano, dopo oltre 13 anni di conflitto con l'Occidente. L'accordo, come riporta l'agenzia di stampa iraniana ISNA, è stato 'apprezzato' anche dal leader supremo iraniano, Ali Khamenei, il che rende 'ufficiale e indiscutibile' l'intesa raggiunta.

Intesa storica

Il documento finale comprende la rimozione di tutte le sanzioni internazionali che incombono sull'Iran, compresa la cancellazione dall'elenco nominativo dei paesi sanzionati dalle Nazioni Unite in cambio dell'impegno di Teheran di non realizzare la costruzione di un ordigno nucleare nei prossimi dieci anni. L'accordo prevede, inoltre, che l'attuazione delle sue misure entrerà in vigore in tre fasi: una preliminare, un'altra operativa e, infine, quella esecutiva.

Il testo, che sarà presentato pubblicamente dal ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif e dalla responsabile esteri UE Mogherini, verrà inviato ufficialmente ai rispettivi governi dei paesi firmatari per la revisione finale.

Inoltre, il documento dovrà essere sottoposto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché venga adottata una risoluzione che conferisca validità internazionale all'intesa.

Innegabilmente è un grande successo storico, tra l'altro si è giunti a questa fase conclusiva dopo lo svolgimento di una trattativa abbastanza turbolenta, negli ultimi giorni si era sfiorato più volte il rischio di una possibile rottura del tavolo negoziale.

L'accordo, tra l'altro, riveste un'importanza ancora più rilevante in quanto potrà aprire le porte a un nuovo ordine geopolitico nella zona mediorientale e ciò potrebbe avere conseguenze positive per l'unificazione degli sforzi finalizzata a combattere lo Stato Islamico.

Le reazioni di Israele

Le autorità israeliane hanno espresso il rammarico e la totale contrarietà in merito a tale accordo, che considerano un vero e proprio 'accerchiamento' del Paese e che, a loro dire, viene così imposto a causa dell'irresponsabilità degli Stati Uniti.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu ha definito l'accordo "Un errore di proporzioni storiche, una resa dell'Occidente all'asse del male guidato dall'Iran", e ha aggiunto: "Israele impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la conferma dell'accordo".