L'attacco terroristico in Costa d'Avorio, nella località turistica di Grand-Bassam, inquieta per almeno tre motivi principali. Il primo è certamente la dimostrazione che Al Qaeda (per la precisione AQMI-Al Qaeda nel Maghreb islamico), ha dimostrato un'estrema facilità di movimento anche nell'Africa occidentale, riuscendo a raggiungere i propri obiettivi mortali anche in località che, a ben vedere, sono periferiche rispetto al raggio d'azione abituale del gruppo terroristico, che opera prevalentemente in Algeria e nei territori ad essa limitrofi.

Inoltre, questo attacco lanciato dal mare, dimostra un'elevata capacità di gestione degli aspetti logistici, in quanto dislocare e condurre all'azione un gruppo di uomini ben armati nei pressi di una località turistica molto nota, a soli 40 km dalla capitale Abidjan e nei pressi di una base francese di primaria importanza: non è esattamente cosa semplice, come potrebbe per esempio esserlo condurre un kamikaze con cintura esplosiva nel mezzo di un mercato o di una fermata dei bus, come accaduto ad Ankara,con un conteggio che arriva adesso a 37 morti.

La Francia nel mirino

Questo tipo di azione rappresenta una vera e propria sfida lanciata all'intelligence del paese oggetto dell'attentato, ma non solo, perchè nel mirino c'è la Francia stessa, che come detto ha una base nelle vicinanze.

Inoltre, Grand-Bassam è città dal passato coloniale francese, un passato che ancora è presente nell'architettura e nella denominazione delle vie e dei quartieri della città. In terzo luogo, l'attentato di AQMI mina alla base il tentativo ivoriano di rilanciare la propria industria legata al turismo, che è stata letteralmente devastata in seguito alla recente guerra civile.

D'altra parte è ormai evidente che gli Europei tendono sempre più a rinunciare alle vacanze all'estero, Gli Italiani, ad esempio, secondo l'Istatpreferiscono nella grande maggioranza (8 su 10) rimanere nel Bel Paese.

Città patrimonio dell'UNESCO

La città di Grand-Bassam, che conta 85 mila abitanti, è diventata patrimonio dell'Unesco nel 2012, in quanto testimonianza storica ancora intatta,dal punto di vista architettonico, del periodo coloniale.

La città, inoltre, ha il pregio di contare un elevato tasso di scolarizzazione, che ne fa un baluardo nel costante impegno per lo sviluppo socio-economico. D'altra parte, va anche detto che minare l'economia della Costa d'Avorio significa di fatto minare anche l'economia dell'Africa occidentale, essendo il paese in oggetto il produttore del 40 % del PIL regionale.