Se il Partito Repubblicano non vuole correre il rischio di una ipotetica, "catastrofica" presidenza Trumpdeve intervenire adesso, per disinnescare l'ordigno messo in moto al momento della presentazione delle candidature alle primarie. Tre Stati su quattro, quelli al voto ieri per le primarie repubblicane, hanno espresso la volontà degli elettori in favore dell'imprenditore di New York. Tra i Democratici invece Bernie Sanders continua a rivelarsi ostico per Hillary Clinton. I due candidati alle primarie si sono infatti aggiudicati un successo a testa ma a Sanders vanno in questo caso il maggior numero di delegati in palio.
Marco Rubio rinuncia alla candidatura?
Galvanizzato dal recente successo in Portorico, Marco Rubio era piuttosto speranzoso riguardo al voto in programma in Mississippi, Michigan, Idaho ed Hawaii ma in tutti i casi è stata corsa a due. Donald Trump si è aggiudicato i 40 delegati del Mississippi (47% contro il 36 di Ted Cruz), i 59 del Michigan (37% con Cruz al 25) ed i 19 delle isole Hawaii (42 contro 33). Per Ted Cruz la piccola soddisfazione dei 32 delegati dell'Idaho, dove ha vinto con il 45% per cento davanti al 28% di "The Donald", e la certezza, qualora ci fossero ancora dubbi, che per essere alternativa valida e dunque l'anti-Trump invocato non ufficialmente dai Repubblicani, ha bisogno dei voti di Marco Rubio.
Se la matematica non è un'opinione, soltanto la rinuncia del giovane senatore della Florida, consentirebbe a Cruz di riaprire i giochi. L'impressione è che Rubio voglia arrivare quantomeno alle primarie nella "sua" Florida, in programma il 15 marzo. Un risultato deludente "in casa" potrebbe spingerlo a gettare la spugna.
Democratici: i meriti di Sanders
Riconosciamo a Sanders ciò che è di Sanders. Senza il senatore del Vermont, le primarie dei Democratici sarebbero state una corsa solitaria di Hillary Clinton. La quale resta favorita lungo la strada che conducealla Casa Bianca ed ha già ottenuto un numero considerevole di delegati grazie soprattutto ai risultati del Super Tuesday, ma negli ultimi sei Stati in cui l'elettorato democratico è stato chiamato al voto, ha ottenuto più preferenze di Sanders soltanto in due.
Dopo aver inanellato Kansas, Nebraska e Maine, il saggio Bernie si aggiudica i 147 delegati in palio nel Michigan dove ha vinto di misura, 50% contro il 48% di Hillary. L'ex segretario di Stato si consola con il netto successo in Misssissippi, dove ha vinto addirittura con l'83% raggranellando 41 delegati.
Il 15 marzo, altra data importante
Il Partito Repubblicano sarà impegnato domani, 10 marzo, con i caucus delle Isole Vergini mentre per i Democratici c'è l'appuntamento con i caucus delle Isole Marianne Settentrionali il 12. Poi la giornata importantissima del 15 marzo dove entrambi gli schieramenti affronteranno le primarie in cinque Stati: Florida, Illinois, Missouri, North Carolina ed Ohio. Lo stesso giorno per i Repubblicani ci sono i caucus nelle Isole Marianne Settentrionali.